(ats) I lavori volti a inserire nel Codice penale disposizioni per considerare lo Stato responsabile per i danni causati da detenuti che beneficiano del regime aperto devono continuare. Con 101 voti contro 87 e un'astensione, oggi il Consiglio nazionale si è rifiutato di archiviare una l'iniziativa parlamentare dell'ex consigliera nazionale Natalie Rickli (UDC/ZH).

La commissione, alla luce delle riposte negative in procedura di consultazione e dopo aver sentito una delegazione dei direttori cantonali di giustizia e polizia, proponeva alla camera lo stralcio dal ruolo. I Cantoni temono infatti una diminuzione drastica degli alleggerimenti di pena, un aumento dei costi penitenziari ma anche del rischio di recidiva, dovuto al ritorno improvviso e non progressivo alla libertà, ha spiegato la relatrice commissionale Laurence Fehlmann Rielle (PS/GE).

Insomma, se il rischio zero non esiste, il reinserimento sociale è ancora il miglior modo per prevenire la recidiva, ha spiegato Fehlmann Rielle. La ginevrina ha anche ricordato che il tema è di competenza cantonale e vista l'opposizione di tutti i cantoni non ha senso proseguire i lavori.

I criminali potenzialmente pericolosi non vanno messi in libertà troppo facilmente, ha replicato Andrea Geissbühler(UDC/BE). Se succede qualcosa, oggi nessuno si assume le proprie responsabilità, né le autorità, né giudici e né gli psichiatri, ha sostenuto la bernese convincendo i colleghi.

La proposta della Rickli era stata inoltrata dopo la morte violenta di due giovani, Marie nel canton Vaud e Lucie nel canton Argovia. Entrambi gli omicidi erano stati opera di un pregiudicato.