I tentativi odierni di mitigare certe decisioni della commissione preparatoria, che prevedono anche un divieto generale di réclame su riviste, quotidiani e siti Internet (al momento tale divieto riguarda solo la radio e la tivù), sono falliti.
Non è improbabile che il Nazionale, quando si occuperà del dossier, tenterà di correggere questa decisione odierna della Camera dei Cantoni, da alcuni considerata "sproporzionata". La Camera del popolo ne discuterà tuttavia in una nuova composizione, dopo le elezioni del 20 di ottobre.
Tabagismo, una piaga
Per i sostenitori della linea dura, presenti sia a destra che a sinistra dello schieramento politico, è ora di fare qualcosa per arginare il tabagismo, una vera e propria piaga.
Bisogna insomma agire alla radice, ossia a livello di prevenzione, specie tra i più giovani: il 65% dei fumatori ha incominciato prima dei vent'anni a fumare, e una buona fetta prima dei 18.
Limitare costi salute
Le conseguenze, come ha ricordato in aula anche il consigliere federale Alain Berset, sono sotto gli occhi di tutti: 9500 morti in media all'anno a causa del fumo per costi diretti pari a 1,7 miliardi di franchi. Se ci aggiungiamo le perdite di produttività, la fattura sale a 5,6 miliardi.
Tutto ciò contribuisce ad innalzare i costi sanitari e i premi malattia, prima preoccupazione degli Svizzeri. La tutela della salute deve avere la priorità sull'interesse economico: la Svizzera, è stato infatti detto più volte in aula, è tra l'altro sede di alcuni importanti produttori, quali Philip Morris.
Come hanno rammentato diversi "senatori", la revisione, il cui obiettivo principale è meglio proteggere bambini e adolescenti, dovrà inoltre consentire alla Svizzera di ratificare finalmente la Convenzione quadro dell'OMS per la lotta contro il tabagismo. Siamo tra gli ultimi Paesi a non averlo fatto, ha sottolineato a nome della commissione, Joachim Eder (PLR/ZG).
Divieto di pubblicità esteso
Tra gli aspetti maggiormente delicati della revisione figura la pubblicità per i prodotti del tabacco. Il plenum ha voluto vietare la pubblicità rivolta ai minorenni. "No" nemmeno alla pubblicità che mette a confronto informazioni sui prezzi o promette regali. Previsto anche un divieto generale delle réclame su quotidiani, riviste e siti internet.
Questa aggiunta al disegno di legge governativo è stata combattuta da alcuni "senatori", come Filippo Lombardi (PPD/TI). Il ticinese, tra l'altro presidente di Pubblicità svizzera come ha egli stesso ricordato, ha giudicato "sproporzionata" quest'ultima restrizione, anche perché essa non toccherebbe le riviste estere vendute in Svizzera. Ci sono Paesi che conoscono un divieto generalizzato della pubblicità per il tabacco, dove però il fumo è più diffuso che nella Confederazione, ha sottolineato il "senatore" ticinese.
Quanto alle riviste estere, e al fatto di non essere toccate dal divieto, è difficile spiegare questo privilegio, hanno sostenuto sia Lombardi che Daniel Fässler (PPD/AI). La soluzione della commissione, hanno lamentato, non fa che mettere in difficoltà gli editori elvetici. La proposta di Fässler di stralciare questa parte della legge è stata però bocciata per 25 voti a 17.
A nome della commissione, Eder ha comunque ricordato che sarà ancora permessa la pubblicità al cinema, su manifesti e articoli d'uso e presso i punti vendita, nonché la promozione diretta o l'invio in massa di mail agli adulti.
Arginare sponsorizzazioni
Altro punto della revisione che ha dato filo da torcere riguarda le sponsorizzazioni da parte dell'industria del tabacco. La revisione prevede il divieto di sponsoring per manifestazioni di carattere internazionale in Svizzera (per esempio Eurosong), ma anche di eventi organizzate dalla Confederazione, dai Cantoni o dai Comuni. Una minoranza avrebbe voluto stralciare questa aggiunta al disegno di legge del Governo decisa dalla commissione, ma è stata sopraffatta (23 a 19).
Recentemente aveva fatto discutere sui media e a livello politico il partenariato concluso - e poi annullato - tra il Dipartimento federale degli affari esteri e il gruppo Philip Morris in vista dell'Expo 2020 di Dubai. Per Eder, seguito dalla maggioranza del plenum, è una questione di credibilità: non è possibile impegnarsi contro il tabagismo, per poi farsi sponsorizzare proprio dall'industria del tabacco. Roland Eberle (UDC/TG) e Hannes Germann (UDC/SH) hanno invece denunciato un attacco del tutto sproporzionato alla libertà economica
Divieto vendita tabacco per minorenni
La settimana prossima, gli Stati dovranno decidere sul divieto di vendere ai minorenni prodotti del tabacco, sigarette elettroniche comprese. Attualmente alcuni cantoni prevedono un'età minima di 16 anni, mentre tre non hanno alcun limite. Per poter verificare il rispetto del divieto, la commissione vorrebbe consentire test d'acquisto.
La revisione legislativa regola anche in modo differenziato le sigarette tradizionali quelle elettroniche (e-sigarette), con o senza nicotina, e i prodotti del tabacco destinati a essere riscaldati (narghilé o shisha). Anche questi prodotti saranno sottoposti alla legge federale concernente la protezione contro il fumo passivo e pertanto sarà vietato utilizzarli nei luoghi in cui è attualmente vietato fumare.