(ats) Il decreto federale concernente l'acquisto di nuovi aerei da combattimento ha superato oggi un primo scoglio. Con 32 voti contro 6 e 6 astenuti, la Camera dei cantoni ha approvato il progetto governativo volto a consentire l'acquisizione di nuovi jet per un massimo di sei miliardi di franchi. Il dossier passa ora al Nazionale.

Il Parlamento è chiamato a dire la sua sul principio, ma non sul modello dei caccia da acquistare. Oggi la maggioranza dei "senatori" si è detta d'accordo con il decreto federale, attaccabile per referendum.

Con 30 voti contro 13, la Camera dei cantoni ha dapprima bocciato una proposta della sinistra di rinviare il progetto al Consiglio federale.

Nel motivare tale proposta, Géraldine Savary (PS/VD) ha dichiarato di non essere contraria all'acquisizione dei nuovi jet, ma che avrebbe voluto un messaggio e un decreto di pianificazione comprendente anche il nuovo sistema di difesa terra-aria Bodluv. La maggioranza del plenum non l'ha però seguita.

Gli aerei da combattimento attuali arriveranno al termine della loro durata di utilizzazione al più tardi verso il 2030. Senza nuovi caccia, l'esercito non potrà più garantire il suo compito di protezione della popolazione e delle infrastrutture, ha spiegato la ministra della difesa Viola Amherd.

Affari compensatori

La discussione è poi proseguita sugli affari compensatori. Stando ai "senatori", diversamente dal decreto di pianificazione elaborato dal Consiglio federale, le imprese estere che ricevono commesse nel quadro dell'acquisto dovrebbero compensare il 100% - e non solo il 60% - del valore contrattuale mediante l'assegnazione di mandati in Svizzera (affari offset), di cui il 20% con affari offset diretti e il 40% con affari offset indiretti nel settore della base tecnologica e industriale rilevante in materia di sicurezza.

A ciò si aggiunge un altro 40% di compensazione indiretta in tutta una serie di settori (11 in totale, n.d.r.) che vanno dall'industria delle macchine, a quella ottica e orologiera, per passare dalla chimica. Tale proposta della maggioranza commissionale è stata accolta con 27 voti contro 17 dopo una lunga discussione. Una minoranza ha proposto invano una compensazione del 60%, di cui un terzo con affari offset diretti e due terzi con affari offset indiretti.

Stando alla versione uscita dagli Stati, il decreto dovrà inoltre specificare che tutte le principali regioni del Paese dovranno beneficiare, nella misura del possibile, degli affari di compensazione: il 65% per la Svizzera tedesca, il 30% per quella francese e il 5% per la Svizzera italiana.

Tale compromesso ha maggiori chance di passare davanti al popolo, ha indicato Josef Dittli (PLR/UR) a nome della commissione. Dal canto suo, Viola Amherd ha ricordato che gli affari compensatori devono in primis consentire all'industria della sicurezza di accedere a nuovi mercati. Ma contribuiscono anche all'aumento del prezzo di acquisto degli aerei, ha aggiunto la ministra della difesa.

4 aerei candidati

Gli aerei candidati per sostituire i Tiger e gli F/A-18 sono quattro: l'Eurofighter della Airbus (Germania), l'F/A-18 Super Hornet della Boeing (Stati Uniti), il Rafale della Dassault (Francia) e l'F-35A della Lockheed Martin (Stati Uniti).Il Gripen E di Saab (Svezia) è invece rimasto fuori dalla corsa.

Al termine dei dibattiti il Gruppo per una Svizzera senza esercito (GSsE) si è detto pronto a lanciare un referendum contro quella che definisce una "spesa colossale e inutile". Secondo il GSsE, la popolazione aveva già chiaramente bocciato l'acquisto dei Gripen nel 2014 per un ammontare di 3,1 miliardi di franchi. La fattura è ancora aumentata nel frattempo a 6 miliardi, deplora il Gruppo.