(ats) Dopo una lunga e dettagliata discussione durata oltre sei ore il Consiglio nazionale ha approvato - con 98 voti contro 68 e 27 astenuti - il progetto di revisione totale della legge sulla protezione dei dati. Il dossier passa ora agli Stati.

I dibattiti su questo ponderoso oggetto erano cominciati ieri, ma non erano stati ultimati. La revisione mira ad adeguare la legislazione svizzera agli standard europei.

Dopo che ieri la Camera del popolo aveva sconfessato la sua commissione preparatoria, stabilendo che i dati concernenti le misure di assistenza sociale continueranno ad essere considerati informazioni degne di particolare protezione, oggi il plenum ha seguito una proposta commissionale su un altro aspetto importante della revisione: con 162 contro 30 e 1 astenuto, ha stabilito che l'Incaricato della protezione dei dati e della trasparenza va nominato direttamente dall'Assemblea federale, in modo da garantire una maggiore indipendenza. Attualmente è previsto che questo compito spetti al Governo, con approvazione da parte delle Camere.

Una minoranza, guidata dal consigliere nazionale Marco Romano (PPD/TI), ha chiesto invano di attenersi alla legislazione attuale.

Ieri un'altra proposta governativa, sostenuta in aula dalla consigliera federale Karin Keller-Sutter, era stata respinta: la ministra di giustizia e polizia non era infatti riuscita a convincere il plenum a dichiarare sensibili i dati e le opinioni sindacali. La maggioranza aveva ritenuto tale precisazione superflua poiché ricade già nella protezione delle informazioni politiche.

Contrariamente all'esecutivo, con 134 voti contro 63, la Camera del popolo non ha voluto neppure una regolamentazione speciale per la gestione dei dati di persone defunte, poiché esistono già soluzioni ai problemi che possono porsi in tale contesto.

Il Nazionale ha inoltre introdotto il diritto alla portabilità dei dati: ciò consente a chiunque di recuperare i propri dati personali trattati da un prestatore di servizi al fine di trasmetterli a un altro.

Ieri il Nazionale, discutendo di come i cittadini devono dare il proprio consenso per l'utilizzo dei dati, aveva inoltre deciso che l'accordo deve essere esplicito per i dati sensibili, ma non per le profilazioni (ossia la valutazione di determinate caratteristiche di una persona sulla base di dati trattati automaticamente).

In questo modo si indebolisce l'attuale livello di protezione dei dati, aveva fatto notare Keller-Sutter sostenendo una proposta di compromesso di Balthasar Glättli (Verdi/ZH). Il consenso non sarebbe richiesto per ogni singola "profilazione", ma per quelle con un elevato rischio per la persona coinvolta, in particolare quando ci sono dati provenienti da diversi fonti.

Molti oratori avevano ammesso che spetterà al Consiglio degli Stati, a cui passa ora il voluminoso dossier, rielaborare questo articolo di legge.