Nella legge figura anche l'istituzione di un fondo per il clima, alimentato da diverse fonti, in particolare i ricavi dalla vendita all'asta dei diritti di emissione e dalle sanzioni relative soprattutto ai veicoli. Vi saranno convogliate anche un terzo delle entrate della tassa sul CO2 e poco meno della metà di quelle sui biglietti aerei. Il fondo dovrebbe permettere di finanziare misure di riduzioni a lungo termine delle emissioni di CO2 degli immobili.
Lunedì sera, nella prima parte di dibattito, la Camera dei cantoni aveva già adottato nuove norme destinate a diminuire le emissioni degli immobili. Dal 2023, in caso di sostituzione dell'impianto di riscaldamento, i vecchi edifici potranno emettere al massimo 20 chilogrammi di CO2 all'anno per metro quadrato di superficie di riferimento energetica. Il valore limite fissato verrebbe inasprito ogni cinque anni. Concretamente, ciò equivale al divieto del riscaldamento a nafta per molti edifici.
Il dossier torna ora al Consiglio nazionale. Da notare che lo scorso dicembre la Camera del popolo aveva bocciato la revisione della legge per 90 voti a 60 e 43 astenuti: piuttosto che votare una revisione annacquata durante i dibattiti il campo rosso-verde, assieme ad esponenti del PPD e del PBD, aveva preferito affossarla.