La composizione attuale dell'esecutivo rispecchia soltanto il 68,9% degli elettori. Occorre risalire agli anni 1950 per trovare un governo meno rappresentativo della forza dei partiti. Dopo la partenza del PS dal Consiglio federale nel 1953, l'esecutivo corrispondeva a meno del 60% degli elettori.
Tale situazione sfociò, nel 1959, nell'introduzione della cosiddetta "formula magica", ovvero due PLR, due PPD, due PS e un UDC. Il Consiglio federale rappresentava così oltre l'85% degli elettori durante le due legislature successive.
Sei mesi senza UDC
La formula magica è stata poi adattata nel 2003 per tener conto della progressione elettorale dell'Unione democratica di centro. Ma nel 2008, dopo il passaggio di Samuel Schmid ed Eveline Widmer-Schlumpf al PBD, il principale partito svizzero per un breve periodo non è più rappresentato in governo. L'esecutivo rispecchia allora soltanto il 50% degli elettori. Tuttavia, tale situazione dura unicamente sei mesi, dal giugno al dicembre 2008, quando il Parlamento correggerà questa anomalia con l'elezione di Ueli Maurer in Consiglio federale.
Se oggi il Parlamento avesse seguito la proposta dei Verdi di sostituire Ignazio Cassis con Regula Rytz, avrebbe potuto riavvicinarsi ai risultati dell'inizio degli anni 1960. Il Consiglio federale avrebbe rappresentato l'82,1% degli elettori, cosa mai ripetutasi dal 1963 a questa parte.
Il 13,2% di coloro che hanno votato i Verdi alle recenti elezioni federali dovranno ancora attendere per vedere il primo consigliere federale ecologista. È la prima volta dal 1959 che un partito con oltre il 10% dei suffragi non è presente nel Consiglio federale. A titolo di paragone, l'UDC aveva un ministro nel 1975, sebbene avesse raccolto quell'anno soltanto il 9,9% dei voti alle elezioni federali.