Per la maggioranza dei "senatori", non è opportuno apportare già adesso nuove modifiche a un sistema di riscossione in vigore soltanto dallo scorso primo gennaio, ha spiegato il relatore commissionale Stefan Engler (PPD/GR). Il sistema non ha neppure potuto essere valutato.
Inoltre, ha aggiunto il popolare-democratico grigionese, l'abolizione del canone per le imprese creerebbe mancati introiti per 170 milioni di franchi e i media ne patirebbero. Spetterebbe allora ai nuclei domestici passare alla cassa per colmare le perdite.
Di tutt'altro avviso il democentrista zurighese. Al Nazionale aveva sostenuto che le aziende non dovrebbero pagare la tassa di ricezione e ciò per evitare una doppia imposizione. I proprietari e i dipendenti delle imprese pagano infatti già il canone come persone fisiche. A nulla è valso oggi il sostegno in aula del suo collega di partito Hannes Germann (UDC/SH).
Durante i dibattiti al Nazionale, diversi parlamentari avevano ricordato che tre quarti delle aziende sono già esentate dal canone, quindi l'iniziativa andrebbe solo a vantaggio delle grandi società. Il Consiglio federale farà in ogni caso il punto della situazione sul nuovo sistema alla metà del 2020.