Piero Marchesi (UDC/TI) ha esordito ricordando i numerosi furti ai bancomat avvenuti in Ticino negli scorsi mesi e l'assalto al portavalori avvenuto a Monteggio, comune dove è sindaco. Insomma, per il ticinese "non siamo più di fronte a ladruncoli che rubano per fame ma a vere organizzazioni criminali che operano a titolo professionale". Per il democentrista, "il Ticino non deve diventare il Far West della Svizzera". Questa ondata di attacchi, ha aggiunto Céline Amaudruz (UDC/GE), non deve sorprendere: l'UDC ha avvertito fin dall'inizio delle conseguenze che Schengen avrebbe avuto sulla sicurezza della Svizzera.
Per Rocco Cattaneo (PLR/TI), questi sono colpi messi a segno da bande di criminali "che probabilmente entrano ed escono con troppa facilità dai nostri valichi secondari incustoditi e sempre aperti". Citando il governo che sostiene come non sia possibile confermare un peggioramento generale della situazione in materia di sicurezza nelle regioni di confine, il liberale-radicale ha detto che "il Ticino si aspetta un maggiore sostegno e un atteggiamento più costruttivo da parte del Consiglio federale".
Facendo indirettamente riferimento alle iniziative dell'UDC contro gli accordi di Schengen e di libera circolazione, Marco Romano (PPD/TI) ha sostenuto che non è rescindendo intese internazionali che queste bande criminali si fermeranno. La collaborazione con gli Stati vicini che questi accordi offrono è invece molto importante. Per il popolare-democratico non si deve inoltre perdere energia e tempo pensando solo a barriere fisiche sulle strade quando si sa che i criminali utilizzano le cosiddette "frontiere verdi".
Pierre-Alain Fridez (PS/JU), ricordando come anche la regione di frontiera del suo cantone è vittima di continui furti, ha ricordato che sono i cantoni ad essere competenti per potenziare le forze di polizia. La Confederazione potrebbe intervenire con un sostegno finanziario sussidiario. Per farlo il giurassiano propone di ridurre le spese militari e riversare ai cantoni i fondi così risparmiati. Per il socialista le priorità dell'esercito in materia di sicurezza sono infatti completamente sbagliate, la recente decisione di acquistare lanciamine ne è la prova.
Per Greta Gysin (Verdi/TI) è comunque essenziale non lasciarsi guidare da singoli episodi: in Ticino si è infatti constatato una riduzione dei fenomeni criminali, chi parla di nuovo Far West misconosce la realtà, sostiene l'ecologista. È comunque giusto prendere sul serio il fenomeno e garantire la sicurezza di bancomat e portavalori, ad esempio attraverso una maggiore blindatura dei furgoni.
A tal proposito, Olivier Feller (PLR/VD) si è nuovamente scagliato contro la decisione del Consiglio federale di non voler autorizzare a circolare di notte i portavalori altamente blindati dal peso superiore a 3,5 tonnellate. Per il vodese "il governo preferisce rimanere nella negazione della realtà".
Il consigliere federale Ueli Maurer ha replicato sostenendo che le autorizzazioni eccezionali per questo tipo di trasporti sono di competenza cantonale. Il fenomeno è poi abbastanza recente ma non sottovalutato dall'esecutivo, ha affermato il ministro delle finanze.
Più in generale, Maurer ha ricordato come il numero di delitti contro il patrimonio sia in diminuzione in Svizzera. È vero però, ha precisato il consigliere federale, che la propensione alla violenza da parte dei criminali è oggi maggiore. L'esecutivo non è però stato a guardare: sono state installate telecamere ai valichi di confine e anche la "frontiera verde" è meglio sorvegliata.
Anche la collaborazione con le autorità di polizia estere, francesi e italiane in particolare, funziona bene, tanto che ogni giorno vengono fermate 67 persone ricercate, bloccati 106 camion irregolari e sequestrati 22 armi e 12 kg droga. Bisogna però rendersi conto che ogni giorno valicano le frontiere 1,2 milioni di persone su 1,1 milioni di veicoli e che è illusorio pensare di poter controllare sistematicamente tutti, ha concluso Ueli Maurer.