Lo scorso settembre il progetto di revisione di legge è stato approvato - con 26 voti contro 11 e 2 astenuti - nel suo insieme dal Consiglio degli Stati. L'obiettivo è quello di ripristinare una certa equivalenza fra servizio civile e militare.
Per la maggioranza della Camera del popolo, le misure proposte dall'esecutivo vanno nella giusta direzione e permetteranno di ridurre drasticamente i passaggi al servizio civile, soprattutto da parte di militari che hanno assolto la scuola reclute e di specialisti e quadri, ha spiegato Jean-Luc Addor (UDC/VS) a nome della commissione.
Secondo il consigliere federale Guy Parmelin, da quando è stato abolito l'esame di coscienza nel 2009 il numero di civilisti è costantemente aumentato. Le ammissioni sono passate da 4670 nel 2011 a 6785 nel 2017. Nel 2018 sono però scese dell'8,5% a 6205. Per il Consiglio federale, tale numero è ancora troppo elevato, anche perché di questi 6'205 "civilisti", 2'463 avevano terminato la scuola reclute e 428 erano quadri e specialisti, ha spiegato Parmelin.
"Questo cosa comporta? Comporta un serio rischio in termini di politica di sicurezza per il nostro Paese", ha spiegato il consigliere nazionale Rocco Cattaneo (PLR/TI). Dal canto suo, Ida Glanzmann (PPD/LU) ha sottolineato come non vi sia una libera scelta tra il servizio civile e quello militare nella Costituzione. I dibattiti proseguono con le deliberazioni di dettaglio.
Decisioni commissionali
Al contrario degli Stati, la Commissione della politica di sicurezza del Consiglio nazionale chiede di approvare - con 15 voti contro 8 - anche la proposta di abolire gli impieghi all'estero. La maggioranza fa notare che nell'esercito non esiste questa possibilità così come viene offerta ai "civilisti". Lavori fuori dai confini nazionali causerebbero pure un onere amministrativo eccessivo. Per contro, una minoranza li ritiene preziosi, sottolineando che la cooperazione allo sviluppo rappresenta una priorità di politica estera della Svizzera.
Anche tutte le altre sette misure avanzate dal Consiglio federale hanno ricevuto il via libera commissionale senza patemi d'animo. Fra queste vi sono il numero minimo di giorni di servizio portato a quota 150, l'attesa di 12 mesi per i militari incorporati prima di essere liberati dall'esercito e l'applicazione pure a sottufficiali e ufficiali del fattore 1,5 (vanno svolti una volta e mezzo i giorni di servizio militare).
Una minoranza composta da sinistra, Verdi liberali e taluni deputati di centro invece non vede alcun pericolo per gli effettivi dell'esercito e ritiene inutile la riforma. Le limitazioni delle ammissioni avrebbero unicamente quale scopo l'inaccettabile indebolimento del servizio civile. Alcuni provvedimenti del Consiglio federale sarebbero inoltre di carattere punitivo, mentre altri sarebbero arbitrari o sproporzionati.