(ats) Momento di suspense stamane al Consiglio nazionale durante le votazioni finali: dopo aver bocciato per 98 voti a 91 e 6 astenuti una modifica di legge volta ad allentare le prescrizioni ambientali per le centrali idroelettriche che desiderano rinnovare la concessione, il plenum ha dovuto ripetere l'esercizio, riuscendo a ribaltare il risultato, anche se solo con un voto di scarto (96 a 95 e 7 astenuti, con il voto decisivo della presidente Isabelle Moret).

La ripetizione del voto è stata chiesta dall'UDC mediante una mozione d'ordine approvata dal plenum. Il progetto in votazione realizza un'iniziativa parlamentare del consigliere nazionale bernese Albert Rösti, presidente del partito.

Anche se l'esito della prima votazione può essere spiegato con un errore o confusione da parte di alcuni parlamentari, il risultato della seconda consultazione non lascia però adito a dubbi: il progetto di revisione legislativa non è piaciuto soprattutto alle cerchie più sensibili alle questioni ambientali, uscite rafforzate dopo le elezioni del 20 di ottobre scorso.

Gli Stati hanno invece approvato la modifica della legge sulle centrali idroelettriche, anche senza le abituali maggioranze "bulgare" (27 voti a 16 e un'astensione).

Il presidente dell'UDC vuole che l'esame dell'impatto ambientale consideri lo stato dell'impianto precedente il rilascio della nuova concessione o delle modifiche previste per evitare costi ingenti e un rincaro della produzione dell'energia elettrica. Il riferimento avrebbe dovuto essere lo stato al momento del rinnovo della concessione.

Attualmente, per rinnovare le concessioni che giungono a scadenza occorre un riesame completo degli impianti idroelettrici. Per le centrali la cui potenza installata è superiore a 3 MW, la legge sulle forze idriche esige uno studio di impatto ambientale.