Per la leghista di Chiasso, è "profondamente ingiusto tollerare l'attuale situazione". Il Consiglio federale deve pertanto impegnarsi affinché venga posto un rimedio in tempi brevi e ad aggiungere questo ulteriore elemento alla lista degli oggetti in sospeso da trattare con lo Stato italiano.
Nel suo parere, il Governo precisa che "la conseguenza principale del provvedimento (introdotto nel 1999, ndr.) è un aumento dell'onere amministrativo per i residenti italiani che desiderano stabilirsi in Svizzera". Di principio, quindi, "questa lista nera non ha ripercussioni dirette sulle banche svizzere". Il Consiglio federale reputa tuttavia importante continuare ad adoperarsi affinché la Svizzera venga tolta da detta lista nera e per questo motivo era favorevole all'atto parlamentare.
Contrariamente al governo, Pantani ritiene che la conseguenza di tale provvedimento non consista unicamente in un aumento dell'onere amministrativo per i diretti interessati, "ma rappresenti anche per le banche e le imprese che operano sul territorio svizzero, in particolare su quello ticinese, uno svantaggio competitivo".
L'atto parlamentare passa ora all'esame del Consiglio degli Stati.