Attualmente la protezione all'estero delle indicazioni geografiche dipende dalla legislazione vigente nel Paese in questione o dagli eventuali accordi bilaterali conclusi.
I produttori svizzeri che desiderano tutelare i propri prodotti sono così costretti a presentare una domanda separata in ogni singolo Stato, ha spiegato a nome della commissione Simone de Montmollin (PLR/GE).
Si tratta di un trattato importante per i nostri agricoltori dalle imitazioni, ha aggiunto la consigliera nazionale ginevrina. Denominazioni come "Sbrinz" o "Gruyère" verrebbero meglio tutelati all'estero da articoli che nulla hanno da spartire con questi prodotti. A guadagnarci sarebbero anche i consumatori, rassicurati dall'origine controllata del prodotto che stanno per consumare.
L'adesione della Svizzera al trattato internazionale consentirà invece di tutelarsi in tutti i Paesi membri dell'Atto mediante una procedura presso l'Organizzazione mondiale della proprietà intellettuale (OMPI).
L'Atto di Ginevra del 2015 è un accordo internazionale indipendente che modernizza l'Accordo di Lisbona del 1958 - che la Svizzera non ha ratificato - sulla protezione delle denominazioni d'origine e sulla loro registrazione internazionale e ne estende il campo di applicazione alle indicazioni geografiche.
Per la Svizzera la ratifica dell'Atto di Ginevra comporta una modifica della legge sulla protezione dei marchi e delle indicazioni di provenienza. Attualmente sono una ventina i Paesi e le organizzazioni sovranazionali che hanno firmato l'accordo; in cinque di essi è già in vigore, tra cui l'Unione europea.