Dalla crisi della primavera scorsa sono stati tratti insegnamenti ed è pertanto giunto il momento di adottare misure concrete che garantiscano l'accesso ai beni d'importanza vitale, ha sostenuto Martin Candinas (Centro/GR) a nome della commissione. La mozione permetterà di ridurre la dipendenza della Svizzera dall'estero, ha aggiunto il grigionese.
Una minoranza ha chiesto la bocciatura della mozione sostenendo, invano, che la sua approvazione comporterà un forte aumento dei costi a carico dello Stato e restrizioni all'innovazione. Da parte sua, il Consiglio federale auspicava una modifica del testo dell'atto parlamentare per poter identificare e esaminare le misure da prendere prima di adottare una decisione definitiva sulla loro introduzione. Tale proposta è però stata bocciata già a livello di commissione con 13 voti contro 11.
La Camera del popolo ha invece tacitamente bocciato una mozione del "senatore" Thomas Minder (Indipendente/SH) che voleva incaricare il Consiglio federale di sottoporre al Parlamento un progetto per assicurare l'approvvigionamento nazionale svizzero durante le crisi molto gravi.
La maggioranza ha ritenuto eccessive le richieste dello sciaffusano ritenendo le basi legali attuali sufficienti per garantire la sicurezza dell'approvvigionamento. La rinazionalizzazione della produzione di beni non risolverebbe inoltre il problema poiché tutte le catene di approvvigionamento dipendono dall'estero, ha evidenziato Léonore Porchet (Verdi/VD).