(ats) Le remunerazioni dei manager delle ex regie federali va limitato a un milione di franchi l'anno e le indennità di partenza proibite. Lo ha deciso oggi il Consiglio nazionale che ha approvato un progetto di legge in tal senso per 139 voti a 44 e 4 astensioni. Il dossier va al Consiglio degli Stati.

Una richiesta di non entrata in materia (PLR e qualche deputato del Centro col sostegno del Consiglio federale) è stata respinta per 147 voti a 34 e 2 astensioni.

Il progetto realizza l'iniziativa parlamentare dell'ex consigliera nazionale Susanne Leutenegger Oberholzer (PS/BL), secondo cui un manager non dovrebbe guadagnare più di un consigliere federale. La revisione fissa a un milione di franchi la rimunerazione annua massima che può essere versata ai quadri di grado più elevato o ai membri dei consigli d'amministrazione di sette grandi aziende della Confederazione, ossia FFS, RUAG, Skyguide, SUVA, SSR, La Posta e anche Swisscom, benché quest'ultima azienda sia quotata in Borsa. Una proposta di minoranza di Kurt Fluri (PLR/SO) di escludere tale azienda dalla regolamentazione è stata respinta per 128 voti a 61.

Nel corso della discussione, il plenum ha anche deciso per 98 voti a 89 di includere nella regolamentazione le altre imprese della Confederazione come Swissmedic o i Politecnici federali, andando così più lontano rispetto alle proposte della commissione preparatoria.

Il termine "rimunerazione" contempla, oltre allo stipendio e agli onorari, tutte le prestazioni valutabili in denaro (prestazioni accessorie, previdenza professionale, per esempio). Circa le altre aziende e stabilimenti della Confederazione, la definizione dell'importo dev'essere di competenza del Consiglio federale. A ciò si aggiunge anche il divieto di versare indennità di partenza previsto nel progetto.

Un consigliere federale percepisce circa 445 mila franchi lordi all'anno, a cui si aggiunge una somma forfettaria di 30 mila franchi. Aggiungendo la rendita di previdenza e altre prestazioni, si arriva a uno stipendio di circa un milione all'anno. Stando a informazioni risalenti al 2019, il CEO delle FFS percepiva un salario più elevato, ovvero 1,2 milioni con la previdenza di vecchiaia. Ancora superiore lo stipendio del CEO di Swisscom: stando a un rapporto pubblicato dall'azienda, Urs Schaeppi ha percepito un salario complessivo di 1,83 milioni.

Stando agli avversari della riforma, il PLR e alcuni membri del Centro compreso il governo, rappresentato in aula dal ministro delle finanze Ueli Maurer, questa "riforma" è uno strascico dell'iniziativa popolare di Thomas Minder contro le retribuzioni abusive nel settore privato completamente fuori tempo, giacché il Consiglio federale ha già adottato dei provvedimenti nel frattempo per limitare le retribuzioni dei quadri operanti in aziende statali o parastatali.

Un tetto fisso massimo non è inoltre adeguato alle caratteristiche di ogni singola azienda: ve ne sono alcune più sottoposte di altre alla concorrenza, come Swisscom e la Posta, e altre meno. Un tetto fisso avrebbe anche come conseguenza di limitare il campo di scelta dei futuri manager.

Per la maggioranza (UDC, parte del Centro, PS, Verdi e Verdi liberali) , invece, certi salari versati ai quadri di aziende parastatali o statali non si giustificano, specie se devono assolvere a un mandato pubblico, tanto più che operano perlopiù in un regime di monopolio e vengono finanziati dallo Stato. È giusto insomma che il parlamento possa dire la sua.

Per il campo rosso-verde si tratta anche di frenare un'evoluzione verso l'alto per certi versi simile a quella che caratterizza il settore privato. Anche con un tetto massimo di un milione, una remunerazione che molti quadri di imprese elvetiche possono solo sognare, non dovrebbe essere difficile per la Confederazione trovare personale qualificato. Trattandosi poi di aziende parastatali, la remunerazione dei quadri deve anche essere accettata dalla popolazione.