Fino al 31 dicembre 2017, le imprese straniere potevano in linea di principio fornire servizi in Svizzera fino a 100'000 franchi senza pagare l'IVA. Dal 2018 sono tutte assoggettate all'imposta, qualsiasi sia il loro fatturato, se realizzano una cifra d'affari a livello mondiale di almeno 100'000 franchi.
Secondo l'autore della mozione, la modifica comporta che gli operatori turistici che in Svizzera conseguono un piccolo fatturato si ritirano dalla piazza elvetica, dato che le imposte e i costi della regolamentazione superano i margini. Diversi casi sono già noti e il problema è stato anche tematizzato dall'associazione delle agenzie di viaggio facente parte della camera di commercio austriaca, che si è rivolta alla Federazione svizzera del turismo. In tal modo si registrano perdite finanziarie per il settore turistico svizzero, il quale deve far fronte a diverse sfide.
Secondo il plenum, il problema può essere risolto permettendo agli operatori turistici esteri di ricorrere alla precedente regolamentazione, che rispetta l'obiettivo dell'imposizione del consumatore finale sul territorio nazionale. Il Consiglio federale proponeva di bocciare la mozione.