Ratificandole la Confederazione riconosce che l'impiego di prodotti chimici può esporre a rischi i lavoratori, la popolazione e l'ambiente e pertanto richiede misure di protezione specifiche. Si tratta di standard internazionali per la sicurezza sul lavoro, ha ricordato Fabian Molina (PS/ZH) a nome della commissione preparatoria. Il diritto svizzero li rispetta già, ma è importante che la Svizzera dia il buon esempio, ha aggiunto.
Contro l'entrata in materia si è schierata soltanto l'UDC. Non c'è nessuna necessità di adottare queste convenzioni, che sono vecchie - una data del 1990 e l'altra del 1993 - e hanno avuto poco successo, tanto che sono solo una ventina i paesi che le hanno ratificate, ha rilevato Yves Nidegger (UDC/GE). Tra questi, ha fatto notare il ginevrino, figurano Stati come il Libano, la Siria e la Cina.
Diversi oratori hanno ricordato la spaventosa esplosione avvenuta nel porto di Beyrut lo scorso anno, ma anche l'incidente tutto elvetico di Schweizerhalle del 1986, quando un deposito chimico prese fuoco vicino a Basilea e le acque di spegnimento avvelenarono il Reno.
Le convenzioni mirano ad aumentare il livello di protezione all'interno delle imprese nell'impiego dei prodotti chimici e a promuovere una cultura della prevenzione, ha ricordato il consigliere federale Guy Parmelin, aggiungendo che la ratifica avrà conseguenze positive anche sulla reputazione della Svizzera.
I due oggetti sono stati approvati con rispettivamente 137 voti a 52 e 136 voti a 52. Il dossier va agli Stati.