Nel suo atto parlamentare, il ticinese ricorda che circa tre quarti delle persone occupate in Svizzera sono attive nel settore dei servizi e spesso si dimentica che molte intrattengono strette relazioni con l'estero. Per loro e per le imprese per le quali lavorano è importante poter offrire i propri servizi sui mercati di sbocco esteri senza né barriere né intoppi di altro genere.
È risaputo che per alcuni settori - in particolare quello della gestione patrimoniale - l'accesso ai mercati esteri, e in particolare a quello dell'UE, è oggi molto limitato, prosegue Romano, per il quale in assenza di condizioni d'accesso migliori, prima o poi le imprese in questione saranno costrette a offrire i loro servizi attraverso filiali ubicate in loco. Per la Svizzera ciò comporta la perdita di posti di lavoro, di substrato fiscale e di valore aggiunto.
Il Consiglio federale è chiamato ad analizzare in un rapporto la qualità dell'accesso ai mercati esteri, e in particolare a quello comunitario, per i diversi prestatori di servizi orientati all'esportazione. L'Esecutivo deve poi mostrare con quale strategia intende migliorarlo e presentare approcci risolutivi per i vari settori.