(ats) Consiglieri nazionali e "senatori" potranno - per ora - continuare ad accedere a Palazzo federale senza esibire il certificato sanitario, malgrado da oggi il pass covid venga richiesto nei luoghi chiusi come ristoranti, cinema e piscine. Lo ha annunciato il presidente del Consiglio nazionale Andreas Aebi (UDC/BE).

"L'Ufficio è giunto alla conclusione che attualmente mancano le basi legali per escludere chi non ha il certificato", ha spiegato il democentrista aprendo la sessione autunnale delle Camere federali. Le cose potrebbero però presto cambiare: l'obbligatorietà di presentare il certificato verrà introdotta quando saranno aggiornate le disposizioni legali. Le competenti commissioni si metteranno presto al lavoro, ha aggiunto.

Ieri la SonntagsZeitung aveva riferito come i presidenti dei partiti - ad eccezione dell'UDC che, stando al domenicale, non è stato contattato - abbiano scritto una lettera alla Delegazione amministrativa (cioè la direzione dei Servizi del parlamento) chiedendo l'introduzione dell'obbligo. La missiva era stata redatta su iniziativa dei Verdi liberali.

Non tutti gli esponenti democentristi vedono tuttavia di cattivo occhio il passo proposto. "Sono favorevole al fatto che i parlamentari debbano mostrare un certificato per entrare a Palazzo federale: sarebbe un cattivo segnale fare un'eccezione per i politici", ha sostenuto lo stesso Aebi in dichiarazioni riportate dal foglio zurighese.

Lo stesso capogruppo UDC in parlamento, Thomas Aeschi, fortemente contrario all'imposizione del pass in ristoranti e palestre, è possibilista: "il requisito del certificato per la sessione dovrebbe essere riesaminato", ha dichiarato alla SonntagsZeitung. A suo avviso è problematico impedire ai parlamentari di partecipare di persona alla sessione, ma non sarebbe nemmeno facile capire perché si dovrebbero applicare regole diverse ai parlamentari federali rispetto ad altre assemblee.