(ats) È stato rinviato il dibattito sul contenuto del Patto globale Onu sulla migrazione. Seguendo il Consiglio degli Stati e la sua commissione preparatoria, oggi anche il Nazionale ha deciso di sospenderne la deliberazione, con 105 voti a 77, così da permettere di terminare i lavori di approfondimento sul tema della cosiddetta soft law.

Inizialmente, nel 2018, il governo voleva adottare il patto senza ottenere il via libera del parlamento, ma venne costretto a fare marcia indietro per le proteste sollevatesi. Viste le critiche, l'esecutivo aveva rinunciato al viaggio a Marrakech per la firma del documento e la Svizzera non venne rappresentata alla cerimonia.

In quanto strumento di soft law, il Patto globale delle Nazioni Unite sulla migrazione non è giuridicamente vincolante. Si tratta di un codice di condotta con cui la comunità internazionale esprime la volontà di trattare la migrazione transfrontaliera secondo principi comuni. Le violazioni non possono essere sanzionate.

Stabilisce per la prima volta provvedimenti per regolare la migrazione attraverso le frontiere. Le misure includono, per esempio, il rafforzamento dell'assistenza locale, l'attuazione dei diritti umani e la sicurezza dei confini. L'accordo non riguarda le persone che hanno lo status di rifugiati secondo la Convenzione di Ginevra.

Nonostante ciò, il parlamento vuole vederci chiaro sul tema della soft law e ha formato una sottocommissione, composta di membri delle due Commissioni della politica estera, che sta valutando come i diritti di partecipazione parlamentare in questo settore potrebbero essere rafforzati in modo che non sorga un deficit democratico.

L'approccio e i contenuti di questo patto devono essere esaminati attentamente, ha sostenuto Marco Romano (Centro/TI) a nome della commissione preparatoria, invitando il plenum a posticipare l'esame del dossier di almeno un anno.

La sinistra e i Verdi Liberali si sono opposti alla sospensione. "Di cosa avete paura?", ha chiesto Balthasar Glättli (Verdi/ZH) all'UDC, "di discutere il contenuto del dossier?": Il patto fa una chiara differenza tra migrazione regolare e irregolare, ha poi sottolineato.

Il patto è stato sottoposto a un nuovo esame di contenuto che è giunto alla conclusione che è nell'interesse della Svizzera, ha ricordato in aula il consigliere federale Ignazio Cassis. Non è giuridicamente vincolante, ha poi ribadito. Gli obiettivi sono infatti in linea con le priorità della politica migratoria elvetica.