Stando al democentrista lucernese, le statistiche attuali sono incomplete e non si sa quanti siano ufficialmente i disoccupati in Svizzera. Le persone che hanno esaurito il diritto all'indennità di disoccupazione vivono sui loro risparmi e ricorrono poi all'assistenza. Tuttavia non figurano più nelle statistiche, a meno che non si annuncino a un Ufficio regionale di collocamento (URC).
Se si applicassero i criteri internazionali (ILO), il tasso di disoccupazione reale sarebbe del 5,5% in Svizzera. La Confederazione si ritroverebbe a metà della classifica e farebbe nettamente meno bene di taluni Stati vicini, stando a Grüter. Al Nazionale, la sua richiesta è stata sostenuta in aula dalla sinistra, per la quale occorre tener conto di tutte le persone che sono alla ricerca di un posto di lavoro.
Ma i "senatori" hanno preferito seguire l'argomentazione del consigliere federale Guy Parmelin: il ministro dell'economia ha ricordato che il fatto di annunciarsi a un URC quando si è disoccupati non è un dovere né un obbligo in Svizzera. Non è nemmeno obbligatorio rimanere iscritti all'assicurazione contro la disoccupazione dopo un eventuale periodo di riscossione delle indennità giornaliere.
Inoltre, secondo degli studi, il 50% delle persone aventi esaurito le indennità trovano un lavoro. Altre continuano a cercare un'occupazione o si ritirano dal mercato del lavoro, ha spiegato Parmelin. Talune iniziano una formazione o si trasferiscono all'estero. Se venissero integrate nelle statistiche, si potrebbero avere informazioni errate.
Stando al ministro dell'economia, le statistiche mensili della SECO sono indicatori molto precisi della situazione economica e riflettono la dinamica del mercato del lavoro. Quelle dell'Ufficio federale di statistica, che comprendono anche coloro che hanno esaurito le indennità di disoccupazione, le completano. La Confederazione dispone quindi di dati sufficienti sulla situazione delle persone aventi esaurito le indennità, ha sottolineato Parmelin.