Inoltrate dai "senatori" Andrea Caroni (PLR/AR) e Beat Rieder (Centro/VS), le mozioni riprendono diversi interventi respinti in questi ultimi anni dal plenum. In molti ritengono che ci sia bisogno di agire, ha dichiarato Martin Schmid (PLR/GR) a nome della commissione.
Per gli autori dei testi, le aziende che appartengono alla Confederazione beneficiano di vantaggi rispetto a quelle private: finanziamento, imposizione, sovvenzioni trasversali, banche dati. Ciò sfocia in una distorsione della concorrenza. Oggi la legislazione svizzera non prevede nulla per proteggere i privati. La legge sul mercato interno potrebbe essere completata.
Occorre concentrarsi sulle strategie del proprietario di imprese vicine allo Stato. Le mozioni sono formulate in modo molto aperto circa la soluzioni da trovare per raggiungere una neutralità concorrenziale, ha sottolineato Caroni.
Chiedono inoltre di mantenere bassi gli oneri burocratici e di tener conto delle competenze federaliste. Ma non rimettono in discussione la libertà economica delle imprese parastatali.
Non v'è necessità di un intervento
La problematica delle distorsioni della concorrenza non è nuova, ha ricordato il capo del Dipartimento dell'economia Guy Parmelin. L'Esecutivo è consapevole che, nonostante tutte le misure giuridiche e di governance adottate, talune distorsioni della concorrenza permangono. Tuttavia dal punto di vista legislativo non vi è necessità di un intervento.
La sinistra si è pure opposta alle mozioni. Nulla è cambiato, ma la destra insiste con le stesse rivendicazioni, ha rilevato Paul Rechsteiner (PS/SG). Coloro che vogliono introdurre nuove regole e nuovi ostacoli sono irritati dal dinamismo delle imprese pubbliche, ha aggiunto il sangallese. Rechsteiner ha tentato invano di convincere il plenum che una regolamentazione toccherà anche le imprese cantonali o comunali, quali le banche cantonali o i servizi industriali.
Nessun doppio lavoro
I "senatori" non hanno invece dato seguito - con 22 voti contro 18 - a un'iniziativa parlamentare del consigliere nazionale Peter Schilliger (PLR/LU). Il testo voleva impedire che le imprese nelle quali la Confederazione, i Cantoni o i Comuni detengono una partecipazione approfittino di questa situazione per ottenere vantaggi competitivi che falsino la concorrenza sul libero mercato.
Tale iniziativa potrebbe violare le competenze inerenti al federalismo, poiché riguarda in primo luogo i Cantoni e i Comuni. Non è neppure opportuno affidare un mandato al consiglio federale e incaricare parallelamente il Parlamento di legiferare.