La maggioranza ha sposato le argomentazioni della commissione preparatoria secondo cui la composizione politica del Consiglio federale rappresenta molto meno bene rispetto al passato i rapporti di forza all'interno del Parlamento. Aumentando il numero dei magistrati si potrebbero considerare tutte le principali forze politiche.
Affinché sia possibile trovare una maggioranza in seno al Parlamento e in un'eventuale votazione referendaria, hanno spiegato i relatori commissionali Ada Marra (PS/VD) e Marco Romano (Centro/TI), l'ampio coinvolgimento dei partiti è importante. "È parte del sistema di concordanza svizzero", è stato sottolineato. Il ticinese ha poi ricordato come il 31% degli elettori attualmente non sia rappresentato in governo.
Oltre alla composizione partitica, con l'aggiunta di due consiglieri federali supplementari si potrebbe meglio tener conto delle diverse regioni linguistiche, delle regioni del Paese e dei sessi. Con nove ministri, il carico di lavoro di ogni consigliere federale potrebbe inoltre essere sgravato.
La minoranza crede invece che il cambiamento proposto sia dannoso per la stabilità del sistema politico. Con un numero maggiore di dipartimenti aumenterebbe la necessità di coordinamento, ha sostenuto Kurt Fluri (PLR/SO). L'aumento del numero di consiglieri federali non permetterebbe insomma di risolvere tutti i problemi.
L'atto parlamentare passa ora al vaglio del Consiglio degli Stati dove avrà vita difficile: constatando che la questione era stata trattata approfonditamente appena cinque anni fa senza raccogliere il sostegno di nessuna maggioranza, la competente commissione ha chiesto la bocciatura dell'iniziativa parlamentare Masshardt.