La revisione si prefigge di evitare che le persone approfittino del fallimento di un'impresa per sottrarsi ai loro obblighi, scaricandoli sulle assicurazioni sociali. La legge attuale permette già di sanzionare gli abusi nel fallimento. Tuttavia, i creditori spesso si astengono dal perseguire gli abusi perché confrontati con ostacoli quasi insormontabili.
Durante le discussioni le due Camere non si sono trovate d'accordo in merito alla possibilità attualmente offerta alle imprese di non sottoporsi alla revisione limitata dei loro conti (opting out). I "senatori" avrebbero voluto che la decisione di opting out fosse soggetta a rinnovo ogni due anni, al momento della presentazione dei conti annuali al registro di commercio.
Il Nazionale ritiene invece tale obbligo "sproporzionato". E oggi i "senatori" hanno seguito il parere della Camera del popolo con 23 voti contro 21 e una astensione. La soluzione della Camera dei cantoni creerebbe un "mostro burocratico", ha sostenuto in aula Philippe Bauer (PLR/NE).
Gli Stati hanno invece mantenuto una divergenza sulla questione dei creditori di diritto pubblico quali le amministrazioni fiscali e la SUVA. Il dossier torna pertanto al Nazionale.