(ats) L'imposta preventiva sugli interessi svizzeri deve essere abolita. È quanto ritiene il Consiglio degli Stati, che oggi ha approvato una riforma in tal senso con 32 voti a 12, malgrado l'opposizione della sinistra. L'esame del progetto era cominciato lunedì scorso, ma era stato interrotto per mancanza di tempo. Oggi il plenum ha apportato alcune modifiche al disegno del Governo.

Quest'ultimo prevede l'abolizione dell'imposta preventiva (35%) sugli interessi svizzeri, ad eccezione di quelli generati da averi di persone fisiche domiciliate nella Confederazione. Seguendo il Nazionale, oggi gli Stati hanno deciso di esentare anche gli interessi sulle obbligazioni detenute indirettamente attraverso un fondo d'investimento svizzero.

I "senatori" hanno pure stabilito, grazie al voto preponderante del loro presidente, che eventuali carenze formali da sole non devono giustificare una deduzione dell'imposta preventiva o un rifiuto del suo rimborso. La misura creerebbe incertezza giuridica, ha tentato di spiegare invano il ministro delle finanze Ueli Maurer.

La soppressione dell'imposta preventiva dovrebbe essere limitata alle obbligazioni emesse dopo l'entrata in vigore della legge. Ciò permetterà di ridurre le perdite fiscali senza compromettere l'obiettivo principale del progetto di legge, ha spiegato il relatore della commissione Erich Ettlin (Centro/OW).

Il Consiglio degli Stati ha pure deciso, contro il parere della commissione, di lasciare al Governo la competenza relativa all'entrata in vigore della legge. La commissione chiedeva di procedere in modo scaglionato a partire dal 1° gennaio 2023.

La riforma prevede anche l'abolizione della tassa di negoziazione sulle obbligazioni svizzere, con lo scopo di rendere più attrattivo per gli investitori comprare obbligazioni svizzere in Svizzera. Su questo aspetto della riforma, gli Stati hanno seguito in gran parte il Nazionale. La tassa dovrebbe essere abolita non solo sulle obbligazioni svizzere ma anche su quelle estere con una scadenza residua fino a 397 giorni.

La Finma, la Banca nazionale svizzera (BNS), le altre autorità elvetiche che si occupano di vigilanza sul mercato finanziario, la Commissione federale dell'energia elettrica (ElCOm) e l'Amministrazione federale delle contribuzioni (AFC) dovrebbero avere accesso diretto al registro delle transazioni. Su questo aspetto della riforma, i "senatori", si sono discostati dal Nazionale.

Minori entrate

Secondo il progetto governativo, a breve termine, quale effetto unico, la riforma comporterà minori entrate stimate a un miliardo di franchi. Per la Confederazione tale ammanco sarà però coperto da accantonamenti. Questa diminuzione è dovuta al fatto che il rimborso dell'attuale imposta preventiva sui redditi di interessi potrà essere richiesto ancora per tre anni.

Le minori entrate ricorrenti sono stimate a 170 milioni. Se il livello dei tassi di interesse aumenterà, le entrate diminuiranno ulteriormente. La Confederazione si assume il 90% di questo importo, mentre i Cantoni il rimanente.

L'abolizione della tassa di negoziazione sulle obbligazioni svizzere comporterà una riduzione delle entrate stimata in 25 milioni di franchi. Ma a lungo termine, il rapporto costi/benefici è interessante, secondo il Governo.

Il dossier torna al Consiglio Nazionale.