(ats) Sono in corso al Consiglio nazionale i dibattiti sulla riforma della previdenza vecchiaia. Per quel che concerne l'AVS, dopo che nelle scorse sedute le due Camere hanno deciso l'aumento a 65 anni dell'età pensionabile delle donne, le discussioni oggi si sono incentrate soprattutto sulle misure di compensazione destinate alle generazione transitoria. Seguirà un secondo dibattito sulla riforma del Secondo pilastro.

I due dossier - AVS e Secondo pilastro - sono tuttavia trattati separatamente. È insomma quasi un caso se la Camera del popolo si trova a doverli esaminare lo stesso giorno. La sinistra avrebbe nuovamente voluto riunirli, ma la proposta è stata bocciata con 136 voti contro 28 e 29 astenuti.

La riforma AVS 21 mira ad un aumento dell'IVA e all'aumento dell'età pensionabile per le donne (con compensazioni). Nel secondo pilastro si vuole abbassare il tasso di conversione, l'aliquota che applicata al capitale pensionistico risparmiato permette di calcolare la rendita. Nel contempo verrebbero adottate una serie di misure per aumentare tale capitale allo scopo di evitare una eccessiva diminuzione delle rendite.

L'obbiettivo delle due riforme è garantire le pensioni anche in futuro. Le principali sfide per il sistema pensionistico sono da un punto di vista finanziario i bassi tassi d'interesse e da quello demografico l'invecchiamento e l'arrivo all'età della pensione della generazione del "baby boom".

AVS

Il punto più discusso della riforma AVS 21 è l'aumento a 65 anni dell'età pensionabile per le donne, un incremento già adottato dalle Camere nelle scorse sedute. In merito alle misure di compensazione, il Nazionale ha deciso di impiegare, per le prime nove classi d'età, il 32% dei mezzi risparmiati da versare come supplenti di rendita.

Per le prime tre classi d'età, il supplememto sarà progressivamente aumentato come l'età di pensionamento. Le successive due classi d'età riceveranno il supplemento pieno. Per le ultime quattro classi sarà di nuovo ridotto allo scopo di evitare un effetto di soglia alla fine della generazione di transizione, ha spiegato Philippe Nantermod (PLR/VS) a nome della commissione.

Il supplemento sarà modulato a seconda del reddito e aumentato per i redditi medio-bassi. Quello pieno ammonta a 140 franchi al mese per le donne con un reddito fino a 57'360 franchi, a 90 franchi fino a un reddito di 71'700 franchi e a 40 franchi con un reddito superiore a 71'700 franchi.

Le donne della generazione transitoria che percepiscono redditi medi o bassi potranno poi beneficiare di condizioni più favorevoli rispetto alla versione degli Stati per il pensionamento anticipato. Il pensionamento anticipato di coloro che percepiscono un alto reddito non sarà invece reso attrattivo.

Per Nantermod si tratta di un "modello equilibrato". Il consigliere federale Alain Berset ha lodato la volontà delle Camere di fornire una compensazione più favorevole per i redditi bassi. La sinistra non ha invece ancora digerito l'aumento dell'età pensionabile: "una donna su dieci vive in povertà durante la pensione e le viene chiesto di lavorare un anno in più? È inaccettabile", ha detto Léonore Porchet (Verdi/VD).

Oggi il Nazionale era chiamato a discutere anche di un eventuale finanziamento dell'AVS da parte della Banca nazionale svizzera (BNS). Con 117 voti contro 77 ha deciso di mantenere questa possibilità invisa agli Stati, ovvero il versamento al Fondo AVS i ricavi della BNS derivanti dagli interessi negativi, pari a circa 1,5-2 miliardi all'anno. La misura sarebbe stata retroattiva al 2015, ciò che avrebbe portato nelle casse del Primo pilastro altri 12 miliardi circa.

La proposta è stata sostenuta dalla sinistra e dall'UDC, contrari PLR, PVL e Alleanza del Centro. Anche il governo era contrario: "non costituisce una fonte di finanziamento stabile sul lungo periodo", ha affermato Berset che ha anche espresso timori circa l'indipendenza della BNS stessa. Per la maggioranza un contributo della Banca nazionale è invece più giustificabile se si pensa che questa realizza utili grazie agli interessi negativi prelevati anche sul sistema pensionistico svizzero.

Tra le due camere sussistono anche altre divergenze, ad esempio per quel che concerne l'assegno per grandi invalidi. In prima lettura il Nazionale aveva deciso che per poter ricevere il sussidio bisogna aver dimostrato per tre mesi di averne bisogno. Oggi la Camera del popolo ha fatto un passo verso gli Stati aumentato questo lasso di tempo a 6 mesi. I "senatori" vorrebbero rimanere al diritto attuale, cioè un anno.

Altro elemento "faro" della riforma è l'aumento dell'IVA di 0,4 punti percentuali. L'introito supplementare verrà interamente attribuito al Fondo di compensazione AVS permettendogli così di raggiungere un grado di copertura sufficiente. Questo punto è già stato approvato dalle due Camere in prima lettura.

Secondo pilastro

È invece in pieno svolgimento il dibattito sulla riforma della LPP. Il progetto è stato elaborato dal Consiglio federale assieme ai datori di lavoro e ai sindacati. Il modello governativo contempla la riduzione del tasso minimo di conversione dal 6,8 al 6% non appena la riforma entrerà in vigore. Per attutire il calo delle rendite, sono previsti alcuni correttivi, elementi che daranno filo da torcere ai deputati. Le discussioni inizieranno al termine dei dibattiti sull'AVS.

Una maggioranza della commissione preparatoria propone un modello diverso da quello del governo. La destra vuole evitare che s'imponga il principio più generoso, mentre la sinistra si batterà per la soluzione escogitata dall'esecutivo assieme ai partner sociali.

Iniziative popolari

L'ultima parola in merito alle due riforme spetterà in ogni caso al popolo: la sinistra ha già promesso il lancio del referendum contro AVS 21, la riforma del Secondo pilastro sottostà a votazione obbligatoria poiché comporta una modifica della Costituzione. A ciò si aggiungono tre iniziative popolari sulle quali saremo chiamati ad esprimerci.

L'iniziativa popolare "Per una vita migliore nella vecchiaia (Iniziativa per una 13a rendita AVS)", lanciata dall'Unione sindacale svizzera (USS), chiede il versamento di una rendita di vecchiaia supplementare dello stesso importo della rendita mensile AVS. Ciò corrisponde a un aumento mensile della pensione dell'8,33%.

L'iniziativa dei giovani PLR "Per una pensione di vecchiaia sicura e sostenibile" prevede l'innalzamento dell'età pensionabile a 66 anni con scatti ogni due mesi sia per le donne che per gli uomini. L'età pensionabile verrebbe poi collegata all'evoluzione della speranza di vita.

L'iniziativa "Sì a rendite eque e sicure (Iniziativa generazioni)", lanciata da un comitato borghese, mira a limitare il trasferimento di capitali dalle persone attive verso quelle pensionate. Le richieste includono anche il collegamento dell'età pensionabile all'aspettativa di vita.

Le prime due iniziative sono riuscite, il Parlamento dovrebbe occuparsene l'anno prossimo, la terza è ancora allo stadio di raccolta delle firme.