(ats) La strada affinché gli hotel operanti in Svizzera siano liberi di proporre tariffe inferiori alle piattaforme internet è praticamente spianata. Dopo il sì del Consiglio nazionale dell'8 marzo scorso, anche gli Stati hanno accolto oggi (38 voti a 7) la revisione della Legge sulla concorrenza sleale.

Come la camera del popolo, anche quella dei Cantoni si è detta d'accordo sia di vietare le clausole di parità tariffaria nei contratti tra piattaforme di prenotazione online e aziende alberghiere, sia di estendere tale proibizione alle clausole di parità di disponibilità e di parità di condizioni. Il plenum ha tuttavia deciso, adeguandosi al Nazionale, di non prevedere sanzioni penali per chi non rispetterà tali disposizioni.

Con questa revisione, il parlamento vuole proibire le clausole di parità tariffale nei contratti tra le piattaforme come Expedia o Booking e i fornitori di alloggi allo scopo di rafforzare la competitività degli hotel.

Con la loro posizione dominante sul mercato, le grandi piattaforme internazionali di prenotazione possono infatti imporre le proprie condizioni alle piccole e medie strutture ricettive: l'industria alberghiera elvetica e i consumatori devono essere protetti da queste pratiche, hanno sostenuto in aula diversi oratori.

Per i "senatori", queste modifiche permetteranno agli alberghi di dotarsi di una protezione efficace per contrastare la posizione dominante sul mercato esercitata, talvolta in modo abusivo secondo alcuni, dalle piattaforme di prenotazione online.

Il dossier è pronto per le votazioni finali.