Le donne hanno una speranza di vita più lunga poiché prestano maggiore attenzione al loro benessere, ma ciò non vuol dire che hanno meno problemi di salute, ha indicato Ruth Humbel (Centro/AG) a nome della commissione. L'altra relatrice commissionale Léonore Porchet (Verdi/VD) ha citato i lipedemi, che sono localizzati principalmente nelle gambe e/o nelle braccia, o l'endometriosi, che colpisce la mucosa dell'utero. Si tratta di "terribili sofferenze", psichiche e psicologiche, per le persone interessate, ha aggiunto l'ecologista vodese.
Queste malattie sono tipicamente femminili per motivi biologici, ha sottolineato ancora Ruth Humbel. Occorre quindi prendere in considerazione le differenze biologiche tra uomini e donne nella ricerca. Una carenza di studi conduce a diagnosi troppo lente o errate e quindi a trattamenti non idonei e a costi inutili. "C'è bisogno di un'azione concreta per migliorare la situazione delle donne colpite".
Il testo chiede dunque che il Fondo nazionale svizzero avvii un programma di ricerca e che direttive più vincolanti vengano elaborate all'attenzione del personale medico. La Commissione federale per la qualità delle cure deve pure promuovere la qualità dei trattamenti di queste malattie.
Non è il ruolo dello Stato
Misure di sostegno alla ricerca esistono già, ha replicato Andreas Glarner (UDC/AG). "Ci sono più donne che uomini nella popolazione e quindi non dubito che ricerche si rivolgano già direttamente alle donne", ha aggiunto il democentrista, respingendo quello che ha definito "un gonfiamento dei compiti dello Stato".
Un rapporto è già in corso d'elaborazione, che fungerà da base per fissare misure volte a rimediare ad eventuali discriminazioni, ha dichiarato dal canto suo il ministro della sanità Alain Berset. Il consigliere federale friburghese ha spiegato invano che spetta alle società specializzate elaborare direttive relative alla diagnosi e ai trattamenti efficaci.
Il Consiglio degli Stati deve ancora pronunciarsi.