(ats) Espellere terroristi dalla Svizzera verso un Paese dove rischiano la tortura o la pena di morte è contrario alla Costituzione e al diritto internazionale. Dopo il Nazionale in settembre, seguendo il parere del Governo, anche il Consiglio degli Stati ha tolto oggi dal ruolo una mozione di Fabio Regazzi (Centro/TI) accolta dalle Camere nel 2019.

Nel suo atto parlamentare, il ticinese chiedeva l'allontanamento di jihadisti condannati per atti a favore dell'Isis nei rispettivi paesi, anche se questi sono considerati "poco sicuri". Nella prassi vengono fatte prevalere le norme a garanzia del condannato rispetto alla sicurezza del nostro Paese, secondo Regazzi.

In un rapporto del maggio scorso, il Consiglio federale giudicava impossibile, dal profilo giuridico, concretizzare la richiesta, poiché viola il principio del non respingimento, protetto in maniera assoluta dal diritto internazionale.

La ministra di giustizia Karin Keller-Sutter ha confermato oggi in aula che la mozione non può essere attuata. Secondo la Costituzione, nessuno può essere rinviato sul territorio di uno Stato in cui rischia la tortura o qualsiasi altra pena o trattamento crudele e inumano, ha ribadito.

Il governo sta comunque vagliando altre soluzioni. Il principio delle assicurazioni diplomatiche tra Stati è previsto per garantire che la persona espulsa non corra rischi al suo ritorno nel Paese di origine. Secondo l'esecutivo, Berna ha già percorso questa strada in diverse occasioni per le estradizioni, ma non per le espulsioni.

Dal 2016 sono state decise 27 espulsioni. A fine 2021, solo cinque persone non hanno potuto essere espulse in base al principio di non respingimento.