La revisione della Legge federale sull'assicurazione malattie (LAMal) era stata chiesta esplicitamente dal Parlamento, che nel 2018 aveva approvato una mozione in merito depositata dalla Commissione della sanità degli Stati.
Il Consiglio federale, contrario all'atto parlamentare, si è così visto costretto a elaborare la modifica della legge, licenziata il primo maggio dello scorso anno. I dubbi del Governo sono però rimasti intatti: "Finora, il Consiglio federale si è espresso contro l'introduzione di una tariffazione delle analisi a carico dell'AOMS (assicurazione obbligatoria delle cure medico-sanitarie, ndr) da parte dei partner tariffali", ha scritto lo stesso esecutivo nel messaggio.
Lo scetticismo ha poi contagiato anche il Consiglio degli Stati, e ciò malgrado la revisione sia nata, come detto, da una mozione depositata da una sua commissione: lo scorso 26 settembre i "senatori" avevano infatti respinto, con 22 voti a 20 e una astensione, l'entrata in materia sul progetto. Il Consiglio nazionale è invece rimasto convinto della bontà della riforma e l'aveva approvata in marzo con 118 voti contro 68 e 5 astensioni.
Malgrado il "sì" della Camera del popolo, i "senatori", come detto, non si sono lasciati influenzare: un trasferimento delle competenze comporterebbe grandi complicazioni, soprattutto a causa delle divergenze esistenti tra i numerosi attori coinvolti, ha sottolineato Pierre-Yves Maillard (PS/VD) a nome della commissione.
Le esperienze condotte in altri ambiti hanno dimostrato che un simile approccio non permetterebbe di adeguare più rapidamente le tariffe. La libertà contrattuale proposta dal Consiglio nazionale complicherebbe ulteriormente il sistema, senza apportare alcun valore aggiunto né sul piano medico né su quello economico, ha aggiunto il relatore commissionale.