La Commissione delle istituzioni politiche del Consiglio nazionale (CIP) si oppone alla reintroduzione dell’espulsione quale sanzione penale. Essa ritiene che sia meglio concretizzare le corrispondenti possibilità di sanzione fissate dal diritto degli stranieri, come previsto dal Consiglio federale nel suo controprogetto all’iniziativa espulsione.

Con 17 voti contro 5 e 2 astensioni la CIP non ha dato seguito all’iniziativa parlamentare del consigliere nazionale Christophe Darbellay (PPD, VS) intesa a reintrodurre l'espulsione quale pena accessoria (08.426 n). L’iniziativa chiede che l’espulsione, recentemente soppressa in occasione della revisione del Codice penale, sia reintrodotta quale pena accessoria. La Commissione respinge tale richiesta poiché ritiene che l’uniformazione delle possibilità di sanzione fissate nel diritto degli stranieri, come lo prevede il Consiglio federale nell’ambito del suo controprogetto indiretto all’iniziativa popolare «per l’espulsione degli stranieri che commettono reati» (iniziativa espulsione) dell’Unione democratica di centro, sia un provvedimento più efficace contro gli stranieri colpevoli di gravi reati. Una minoranza della Commissione chiede di dare seguito all’iniziativa parlamentare poiché la reintroduzione di una simile misura di diritto penale avrebbe per gli stranieri un effetto dissuasivo generale da attività di natura criminale.

Una seconda iniziativa parlamentare, che perseguiva di massima lo stesso obiettivo (06.484 n Iv. pa. Gruppo UDC. Reintroduzione dell’espulsione dal territorio svizzero) è stata ritirata dall’autore nel corso delle deliberazioni, data la riuscita nel frattempo dell’iniziativa espulsione dell’UDC.

Con 15 voti contro 7 la CIP ha dato per contro seguito a un’iniziativa parlamentare del consigliere nazionale Philipp Müller (PLR, AG) che chiede di modificare la legge sugli stranieri in modo che il permesso di domicilio possa essere revocato in ogni momento in caso di dipendenza durevole e importante dall'aiuto sociale (08.450 n Maggior margine di manovra per le autorità). Secondo il volere della Commissione, non sarà più possibile in tali casi conferire di fatto dopo 15 anni un diritto di soggiorno durevole, che può essere revocato solo in caso di una pena privativa della libertà di lunga durata o di un provvedimento penale. Con la sua decisione la Commissione sostiene il progetto del Consiglio federale inteso a considerare questa richiesta nel suo controprogetto indiretto all’iniziativa espulsione.

La minoranza della Commissione non desidera dare seguito alla predetta iniziativa parlamentare, poiché la modifica di legge voluta discriminerebbe in maniera generalizzata cittadini bisognosi e poveri di origine straniera, indipendentemente dal fatto che siano incorsi in una situazione di bisogno per colpa propria o meno.

Con 16 voti contro 8 e 1 astensione, la CIP ha inoltre respinto un’iniziativa parlamentare del gruppo UDC che chiede di modificare la legge sulla cittadinanza in modo che in futuro, al momento dell’esame dell’idoneità, si presupponga la padronanza della lingua ufficiale del Comune di naturalizzazione (08.468 n Rifiuto della naturalizzazione a candidati che non hanno buone conoscenze linguistiche orali e scritte). La Commissione respinge quest’iniziativa poiché la ritiene troppo estrema e non fornisce peraltro alcuna indicazione su come debbano essere definite e attuate in pratica norme unitarie relative alle conoscenze linguistiche orali e scritte. Con 16 voti contro 2 e 6 astensioni, la Commissione ha tuttavia deciso di adottare una mozione che persegua un analogo orientamento, ma lasci un maggior margine di manovra a livello dell’attuazione. Con questo intervento si intende incaricare il Consiglio federale di presentare un disegno di modifica della legge sulla cittadinanza, secondo cui buone conoscenze di una lingua nazionale e una buona integrazione siano fissate quali condizioni per il rilascio della cittadinanza svizzera.

La minoranza della commissione propone di dare seguito a quest’iniziativa, poiché ritiene indispensabile che i candidati alla naturalizzazione non padroneggino unicamente una delle lingue nazionali, bensì la lingua ufficiale locale, affinché possano partecipare alla vita pubblica e politica.

Con 12 voti contro 12 e il voto decisivo del presidente, la CIP ha dato seguito infine a un’iniziativa parlamentare del consigliere nazionale Andy Tschümperlin (PS, SZ) (08.494 n Far cessare e impedire discriminazioni a livello nazionale). Essa chiede che la legge sugli stranieri sia modificata in modo che, nell’ambito del raggruppamento familiare, i cittadini svizzeri e i loro familiari stranieri provenienti da Stati non appartenenti all’UE non siano svantaggiati rispetto ai cittadini di Stati membri dell’UE e ai loro familiari. Secondo il volere della Commissione, nel diritto svizzero occorre fissare il principio della non discriminazione in particolare alla luce dei rapidi mutamenti che intervengono nel diritto internazionale.

La maggioranza della Commissione respinge tale iniziativa parlamentare poiché intende garantire il mantenimento della prassi prevista dal diritto degli stranieri, la cui efficacia in particolare riguardo alla lotta dei matrimoni fittizi è stata provata, ed evitare la creazione di diritti supplementari per i cittadini svizzeri nell’ambito del ricongiungimento familiare.

La Commissione si è riunita il 22 gennaio 2009 a Berna sotto la direzione del suo presidente Gerhard Pfister (PPD/ZG).

Un secondo comunicato stampa informerà il 23 gennaio 2009 su altri oggetti trattati nella seduta del 22 gennaio 2009.

 Berna, 22 gennaio 2009 Servizi del Parlamento