La Commissione della scienza, dell’educazione e della cultura del Consiglio nazionale (CSEC-N) è favorevole alla partecipazione della Svizzera ai programmi europei di educazione, formazione professionale e di gioventù fino al 2013 e autorizza il credito d’impegno necessario. La Svizzera potrà così partecipare a questi programmi d’azione con gli stessi diritti dei Paesi dell’UE.

Dal 1995 la Svizzera partecipa indirettamente ai programmi di educazione promossi dall’UE. Questa partecipazione diventa diretta e paritaria nei programmi per gli anni 2007–2013 intitolati «Apprendimento permanente» e «Gioventù in azione» (09.071 n Programmi europei di educazione, formazione professionale e di gioventù fino al 2013. Partecipazione della Svizzera). Le misure di promozione previste nei programmi sono intese a facilitare la mobilità degli studenti a scopi formativi, gli scambi di tirocinanti prima o durante la vita professionale, di giovani desiderosi di fare un’esperienza culturale in un altro Paese, ma anche gli scambi di docenti e, con loro, di informazioni e conoscenze. Ne risulta così rafforzata la collaborazione tra istituti scolastici e aziende di formazione. Lo scorso anno, circa 2100 studenti svizzeri hanno effettuato un soggiorno Erasmus in un Paese dell’UE e un numero analogo di studenti europei è venuto in Svizzera. Partecipando a pieno titolo ai europei programmi di educazione, la Svizzera potrà concorrere, in seno agli organi competenti, alla definizione dell’indirizzo strategico dei programmi stessi. L’istituzione intercantonale «Fondazione ch per la collaborazione confederale» si occupa di costituire un’agenzia ufficiale incaricata di offrire sostegno e consulenza a chi, in Svizzera, partecipa ai programmi. Nell’accordo bilaterale sull’educazione è stato fissato il contributo svizzero per la partecipazione ai programmi «Apprendimento permanente» e «Gioventù in azione» negli anni 2011–2013. L’importo è pari a 50,1 milioni di euro complessivi (ca. 77 mio. franchi).

Alcuni membri della Commissione avevano proposto di non esaminare il progetto, dato che dovevano essere chiarite diverse questioni concernenti tra l’altro il finanziamento, la valutazione e le pari opportunità. Con 18 voti contro 8, la CSEC-N ha deciso invece di procedere e ha approvato, in entrambi i casi con 18 voti contro 7, il decreto federale concernente la ratifica dell’accordo e quello sul finanziamento della partecipazione svizzera. Una minoranza propone di non entrare in materia.

I luoghi di formazione quali piattaforme d’incontro sono anche al centro della mozione 09.3465 intitolata «Scuole svizzere all'estero. Bilancio e prospettive». La Commissione ha esaminato la mozione del Consiglio degli Stati, nella quale si incarica il Consiglio federale di presentare un rapporto sulla situazione delle scuole svizzere all’estero. Poiché tale rapporto è già disponibile, la Commissione propone all’unanimità di respingere l’intervento parlamentare. Persuasa tuttavia della grande importanza delle scuole svizzere e quindi della necessità di prevederne una pianificazione a lungo termine nonché di fornire gli strumenti adatti per l’aggiornamento continuo del loro mandato, la Commissione ha deciso, sempre all’unanimità, di presentare una mozione commissionale per incaricare il Consiglio federale di rivedere la legge sull’istruzione degli Svizzeri all’estero al fine di aggiornarla e ottimizzarla. Diversamente da quanto avviene oggi, la promozione della presenza svizzera all’estero in ambito formativo deve essere parificata a quella della formazione dei giovani Svizzeri all’estero. L’importo del finanziamento resterebbe invariato e pari a 20 milioni di franchi all’anno.

La Commissione si è poi occupata dell’iniziativa parlamentare 07.450, nella quale la consigliera nazionale Pascale Bruderer chiede di definire standard minimi per l’autorizzazione e il finanziamento di borse di studio. L’iniziativa era stata sospesa per attendere la versione definitiva dell’accordo intercantonale sull’armonizzazione dei criteri per la concessione delle borse di studio (concordato sulle borse di studio). La Commissione ha ripreso in mano la pratica dopo che l’accordo è stato completato e ha accolto, con 12 voti contro 12 e il voto preponderate della presidente, un’iniziativa commissionale nella quale si chiede di elaborare le basi giuridiche atte a rafforzare l‘impegno della Confederazione (nel rispetto delle competenze cantonali) nel promuovere la mobilità degli studenti svizzeri ed europei. Alla luce di questa decisione, la consigliera Bruderer ha ritirato la sua iniziativa.

La Commissione ha inoltre preso atto del rapporto del Consiglio federale sulla ricerca in materia di formazione, elaborato in adempimento del postulato 03.3282. Poiché numerose questioni sono rimaste aperte, la Commissione ha deciso di riesaminare la tematica all’inizio del 2010. In seguito alla presentazione di nuove proposte, ha anche deciso di rinviare la discussione sull’iniziativa parlamentare 07.417 «Controlli alle frontiere e trasporti d’animali» a nuova data, entro la quale l’Amministrazione dovrebbe averle fornito informazioni più dettagliate.

La Commissione ha invitato alcuni rappresentanti del settore Governo elettronico che si occupano di ricerca e applicazioni per potersi fare un’idea delle possibilità ed esigenze in questo ambito. Nel corso del prossimo anno la Commissione ha in programma di contattare rappresentanti dei vari servizi dell’Amministrazione per ottenere maggiori informazioni sull’applicazione della strategia del Consiglio federale. La CSEC-N ha infine appreso gli ultimi sviluppi del programma nazionale di ricerca PNR 56 concernente il multilinguismo in Svizzera e dell’ordinanza relativa alla legge sulle lingue.

 

Berna, 16 ottobre 2009 Servizi del Parlamento