Nel corso della sua ultima seduta la Commissione aveva impartito al DDPS mandati d’esame. Sulla base di questi risultati ha messo a punto gli articoli pendenti e concluso la deliberazione di dettaglio. Ha aderito a gran parte dell'ampio progetto del Consiglio federale che mediante un nuovo atto normativo unico intende migliorare la sicurezza delle informazioni nell’ambito di competenza della Confederazione. Le modifiche che propone discostandosi dal disegno del Consiglio federale concernono fra l’altro:
- l’utilizzazione del numero dell’AVS: secondo la CPS-S tutte le autorità e organizzazioni che rientrano nel campo di applicazione della legge devono poter utilizzare il numero dell'AVS quale identificatore personale (concerne gli art. 20 e 26 D-SLIn);
- i controlli di sicurezza relativi ai collaboratori esterni all'Amministrazione federale: a questo proposito la CPS-S propone di precisare che i collaboratori esterni siano obbligatoriamente sottoposti a controlli di sicurezza se esercitano attività della Confederazione sensibili sotto il profilo della sicurezza (concerne l’art. 30 D-SLIn);
L’oggetto sarà trattato dal Consiglio degli Stati durante la sessione invernale.Dopo la conclusione delle deliberazioni la Commissione vorrebbe essere consultata in merito alle ordinanze d’esecuzione.
Sì allo sviluppo dell’acquis di Schengen
La Commissione è favorevole a due progetti inerenti allo sviluppo dell’acquis di Schengen: l’Accordo aggiuntivo al Fondo per la sicurezza interna (17.061) e il recepimento del regolamento UE relativo alla guardia di frontiera e costiera europea (17.033).
Lo scorso dicembre il Parlamento ha già istituito la base legale per la partecipazione della Svizzera al Fondo per la sicurezza interna (16.049). Con 11 voti contro 1 e 1 astensione la Commissione propone ora di approvare l’Accordo aggiuntivo (17.061), deplorando tuttavia in particolare la mancata presentazione dei due progetti in un unico pacchetto e l’assenza di un controllo totale da parte della Svizzera sull’impiego dei fondi stanziati. La Svizzera parteciperà al Fondo con circa 20,6 milioni di franchi all’anno e sull’intero arco di durata del Fondo riceverà circa 20 milioni di franchi per finanziare provvedimenti nazionali.
Con 9 voti contro 1 la Commissione propone di approvare il decreto federale sul recepimento e l’attuazione del regolamento UE relativo alla nuova guardia di frontiera e costiera europea (17.033). La decisione del Consiglio nazionale di limitare a un massimo di 12 milioni di franchi all’anno la partecipazione della Svizzera ai costi ha dato adito a discussioni approfondite. Con 8 voti contro 2 la CPS-S l’ha respinta, sostenendo così la proposta del Consiglio federale. Secondo la maggioranza della Commissione non è necessario né pertinente definire questo limite dal momento che il Parlamento è sovrano in materia di preventivo. La guardia di frontiera e costiera europea contribuirebbe ad accrescere la sicurezza delle frontiere esterne dello Spazio Schengen, a contenere i flussi migratori e a sgravare così le guardie di frontiera nazionali e quindi anche svizzere. Una minoranza propone di seguire il Consiglio nazionale e di limitare a 12 milioni di franchi la partecipazione ai costi, poiché vorrebbe contrastare la tendenza a un costante aumento dei contributi svizzeri all’organizzazione.
Entrambi gli oggetti saranno trattati dal Consiglio degli Stati durante la sessione invernale.
Presieduta dal consigliere agli Stati Isidor Baumann (PPD, UR), la Commissione si è riunita a Andermatt il 19 e il 20 ottobre 2017. A parte della seduta era presente il consigliere federale Guy Parmelin, capo del DDPS. Essa ha visitato inoltre gli impianti militari e il complesso «Andermatt Swiss Alps».