La Commissione dell’ambiente del Consiglio degli Stati è chiaramente a favore di un dimezzamento delle emissioni di CO2 entro il 2030. Almeno il 60 per cento della riduzione dovrebbe avvenire direttamente in Svizzera.

Nel quadro della deliberazione di dettaglio della revisione totale della legge sul CO2 (17.071) la Commissione dell’ambiente, della pianificazione del territorio e dell’energia del Consiglio degli Stati (CAPTE-S) sostiene l’obiettivo perseguito dal Consiglio federale di ridurre del 50 per cento le emissioni di gas a effetto serra entro il 2030 rispetto ai valori del 1990; questa riduzione deve risultare per almeno il 60 per cento da provvedimenti realizzati in Svizzera. Le proposte discusse sulla quota interna andavano dal 50 all’80 per cento. Con 7 voti contro 6 la Commissione ha deciso di proporre alla propria Camera una quota interna minima del 60 per cento. Una minoranza vorrebbe invece che tale valore raggiungesse almeno l’80 per cento. Decidendo di fissare una quota interna ben definita la CAPTE-S assume una posizione diametralmente opposta a quella del Consiglio nazionale il quale, durante la sessione invernale, ha dapprima stralciato dalla legge l’obiettivo interno e successivamente ha respinto il progetto nella votazione sul complesso. La Commissione è convinta che i provvedimenti interni siano in grado di generare un notevole valore aggiunto in Svizzera. Inoltre l’obiettivo interno costituisce un punto di riferimento sovraordinato per la definizione dei vari provvedimenti di riduzione.

Per quanto concerne l’articolo in cui viene enunciato lo scopo della legge sul CO2 la Commissione si spinge oltre quanto proposto dal Consiglio federale: vorrebbe infatti che gli obiettivi dell’Accordo di Parigi sul clima figurassero esplicitamente nel diritto nazionale. In questo senso la CAPTE-S ha deciso, senza voti contrari, che la legge debba contribuire a limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi Celsius e ad aumentare la capacità di adattamento ai cambiamenti climatici. Con 9 voti contro 3 e 1 astensione, la Commissione ha inoltre aggiunto una disposizione secondo cui i flussi finanziari devono essere adeguati in base all’obiettivo di uno sviluppo a deboli emissioni di gas a effetto serra. Come rendere i flussi finanziari più rispettosi del clima sarà oggetto di discussione nel corso delle prossime sedute della Commissione. Nel quadro della deliberazione di dettaglio della legge sul CO2 la Commissione intende adoperarsi a favore di una soluzione che possa incontrare il consenso della maggioranza.

Assicurare a lungo termine l’approvvigionamento elettrico in Svizzera

La CAPTE-S ha deciso all’unanimità di depositare una mozione concernente la sicurezza a lungo termine dell’approvvigionamento elettrico della Svizzera (19.3004). Concretamente il Consiglio federale è incaricato di presentare, nell’ambito della revisione della legge sull’approvvigionamento elettrico, un disciplinamento del mercato che garantisca una sicurezza dell’approvvigionamento a lungo termine attraverso un’adeguata produzione interna. La Commissione ritiene che l’abbandono graduale dell’energia nucleare, come previsto nella Strategia energetica 2050, e la conseguente diminuzione della quota di produzione di elettricità in Svizzera, nonché il fatto che la Svizzera non possa ancora partecipare al mercato interno dell’elettricità dell’UE, avranno un impatto negativo sulla sicurezza dell’approvvigionamento del nostro Paese.

La mozione incarica inoltre il Consiglio federale di chiarire, sul piano legislativo, i ruoli e le responsabilità in materia di sicurezza dell’approvvigionamento elettrico, al fine di garantire ai diversi attori del settore energetico certezza in relazione alla presa di decisioni e alla pianificazione.

Presieduta dal consigliere agli Stati Roland Eberle (V/TG), la Commissione si è riunita a Berna l’11 febbraio 2019. A parte della seduta era presente la consigliera federale Simonetta Sommaruga.