<p>BERNA, 5 set (ats) La commissione della gestione del Consiglio nazionale critica il ministro di giustizia Christoph Blocher nella vicenda che ha portato alle dimissioni del procuratore generale della Confederazione Valentin Roschacher. Essa non risparmia neppure il Consiglio federale in un rapporto di un centinaio di pagine pubblicato questa sera. Per far luce sui sospetti di un complotto contro il magistrato intende continuare i lavori, visionando alcuni documenti recentemente scoperti in Germania.
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La commissione giunge alla conclusione che Roschacher non si è dimesso "di sua spontanea volontà". Il capo del Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP) ha posto fine ai rapporti di lavoro con il procuratore con una convenzione, "senza motivo ai sensi della legge sul personale". È stata versata una indennità di partenza a Roschacher "senza una base legale". Considerata l´indipendenza del procuratore generale, queste modalità "sono problematiche dal punto di vista dei principi che reggono uno stato di diritto", scrive la commissione.

Con il suo modo di agire, Blocher "ha aggirato il Consiglio federale", che, nella sua qualità di organo di nomina, è il solo competente per la disdetta dei rapporti di lavoro del procuratore generale. Egli "ha oltrepassato le sue competenze".

Blocher ha dato a Roschacher istruzioni relative all´informazione pubblica sui procedimenti d´inchiesta in corso senza esservi abilitato, rileva ancora la commissione. Sanzionando disciplinarmente il procuratore per il non rispetto di queste istruzioni, Blocher "ha violato l´indipendenza giudiziaria di Roschacher".

Benché i segni di conflitto tra Blocher e Roschacher "fossero visibili già da un certo tempo", il Consiglio federale "non ha assunto le responsabilità che gli incombono in quanto autorità di nomina e di sorveglianza del procuratore".

La commissione raccomanda al governo di occuparsi "senza indugio" della questione del Ministero pubblico della Confederazione (MPC) e di prendere misure che garantiscano la sua indipendenza e quella dei magistrati che lo compongono. Essa gli chiede inoltre di chiarire la delimitazione tra la libertà di informare del MPC e l´attività d´informazione della sua autorità di tutela, ossia il DFGP.

La commissione non ha potuto indagare sui sospetti, divulgati negli ultimi giorni da alcuni giornali, di un possibile complotto ordito per sbarazzarsi di Roschacher. Essa ha incaricato la sua sottocommissione di procurarsi un certo numero di documenti sequestrati in Germania al banchiere zurighese Oskar Holenweger, che era stato coinvolto in una inchiesta avviata da Berna.

La sottocommissione si è fatta consegnare lo scorso 14 agosto da due dipendenti del MPC alcuni documenti scoperti nella valigetta di Holenweger dalla polizia tedesca, ha detto in una conferenza stampa la sua presidente, la consigliera nazionale Lucrezia Meier-Schatz (PPD/SG). Si tratta di documenti cartacei ed elettronici in cui si evoca un piano per indurre Roschacher ad andarsene.

Nei documenti figurano nomi e iniziali di politici e giornalisti e una sorta di piano in stile militare anti Roschacher. Tra le iniziali figura anche CB. L´ora X era fissata per il mese di giugno 2006. Roschacher ha annunciato le dimissioni il 5 luglio 2006. La commissione ritiene necessario far luce sulla vicenda: vuole sapere chi ha redatto i documenti, se si tratta davvero di un complotto e, se sì, da parte di chi e perché.

La sottocommissione vuole lavorare il più in fretta possibile. Per il momento ha scartato l´idea di una commissione parlamentare d´inchiesta, giudicando che la procedura sarebbe troppo complessa e rischierebbe di rimandare l´epilogo alle calende greche.

La consigliera nazionale ha in ogni caso escluso che la commissione possa presentare nuovi risultati prima delle elezioni federali del 21 ottobre. I documenti visionati erano fotocopie e per avere gli originali bisognerà rivolgersi alla Germania, ha detto la consigliera nazionale.

La Germania ha fornito le copie nell´ambito di una procedura di assistenza giudiziaria. Affinché i parlamentari possano a loro volta entrare in possesso dei documenti è necessario il suo assenso.