Frais d'assistance - Le canton d'origine ne devrait plus passer à la caisse
(ats) Le canton d'origine d'une personne ne devrait plus passer à la caisse si celle-ci a besoin d'assistance et habite ailleurs. La commission de la santé publique du Conseil des Etats a adopté par 11 voix sans opposition la révision de loi permettant d'abroger cette règle. (08.473)
Actuellement, la loi oblige le canton d'origine à rembourser à celui de domicile les frais d'assistance si la personne concernée habite dans ce dernier depuis moins de deux ans. Un tel devoir est dépassé et provoque une surcharge administrative, a souligné la présidente de la commission Christine Egerszegi (PLR/AG) mardi devant la presse.
De 2005 à 2010, les cantons d'origine ont versé annuellement quelque 18,5 millions de francs aux cantons de domicile. Durant la procédure de consultation, 21 cantons ont soutenu la suppression de la règle actuelle.
Les cinq autres auraient souhaité une compensation. La commission a rejeté une tel demande car cela ne fera que déplacer les problèmes de surcharge administrative, a expliqué Mme Egerszegi.
Un geste a toutefois été fait: un délai transitoire de quatre ans est prévu pour l'abolition du droit actuel. Le Conseil fédéral a en outre été invité à tenir compte du problème dans le cadre de la péréquation financière.
Le Conseil des Etats devrait traiter ce dossier cet automne. D'ici là, le Conseil fédéral aura pu prendre position.
Commissione CSt: Alain Berset sostegno in favore medici di famiglia
(ats) Alain Berset ha ottenuto l'appoggio dei parlamentari nella sua volontà di prendere rapidamente provvedimenti in favore dei medici generalisti. La Commissione della sicurezza sociale e della sanità del Consiglio degli Stati ha infatti adottato all'unanimità una mozione in questo senso.
Il testo chiede al ministro della sanità pubblica di operare in cooperazione con i cantoni, nonché con le istituzioni e associazioni interessate. L'attuazione delle misure dovrà basarsi sui lavori svolti nell'ambito del piano direttore promosso dal consigliere federale.
Questa mozione ha due obiettivi: rafforzare la medicina di famiglia e consentire il ritiro dell'iniziativa popolare lanciata dai medici generalisti, ha precisato oggi alla stampa la presidente della commissione Christine Egerszegi (PLR/AG).
Esigenze
Il testo insiste su vari punti: i medici di famiglia devono essere sistematicamente associati a tutti i progetti che li riguardano. Non ci si potrà accontentare di passare per l'organizzazione dei medici, ossia la FMH, ha precisato Egerszegi.
Si tratterà anche di rimunerare adeguatamente i dottori di famiglia (attraverso la lista delle analisi o Tarmed). Ciò potrebbe comportare qualche sacrificio per gli specialisti, ha ammesso la presidente. Si dovrà pure garantire il finanziamento di un'offerta sufficiente di posti di formazione postuniversitaria.
La ricerca e l'insegnamento universitari in medicina di famiglia dovranno essere sviluppati. La mozione chiede pure che la legge indichi espressamente che la medicina di famiglia costituisce una componente essenziale delle prestazioni di cure di base. I modelli di cure innovatrici, in particolare per i servizi d'emergenza, notturni e domenicali devono essere sostenuti.
Verso un ritiro?
Il Consiglio degli Stati dovrebbe esaminare questa mozione in autunno, affinché possa poi essere trasmessa al Nazionale nella sessione invernale o di primavera. La Camera del popolo ne discuterà parallelamente all'iniziativa popolare "Sì alla medicina di famiglia".
Nell'attesa del piano direttore lanciato da Alain Berset, il Consiglio degli Stati ha già spezzato una lancia in favore dei medici di famiglia nella sessione estiva appena conclusa. Senza opposizione, ha infatti adottato un controprogetto diretto che si avvicina alle esigenze dell'iniziativa popolare.
Occorre dare tempo agli iniziativisti per esaminare le misure che saranno proposte. Entro l'autunno dell'anno prossimo potranno soppesare gli sforzi forniti, aveva affermato Berset alla Camera dei cantoni.
ATS, 19.06.2012