<ol><li>​Armi d'ordinanza. Situazione</li>
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Commissione CN: l'esercito attende sempre oltre 500 armi

Almeno 537 armi d'ordinanza restano nelle mani di persone potenzialmente pericolose e che potrebbero farsele confiscare. Non avendo il potere di accelerare i ritiri, il Dipartimento federale della difesa (DDPS) ha aperto oggi una "hotline" telefonica dove ottenere informazioni.

 
La Commissione della politica di sicurezza del Consiglio nazionale ha constatato che la situazione migliora solo lentamente, ha annunciato alla stampa la sua presidente Chantal Galladé (PS/ZH). Alla fine di aprile erano ancora ricercate 733 armi.

Allora la commissione aveva chiesto al Consiglio federale di reagire rapidamente per far fronte a questa situazione "intollerabile". Difficoltà come la mancanza d'informazioni sul domicilio della persona interessata hanno impedito il recupero più rapido di queste armi, ha ammesso Chantal Galladé.

Per il momento la Commissione rinuncia a prendere provvedimenti. Tuttavia intende mantenere la pressione sul DDPS. In realtà l'esercito perde ogni anno le tracce di circa 500 militari. Il problema - ha sottolineato la presidente - non potrà mai essere completamente risolto.

Il 18 giugno scorso il DDPS aveva annunciato che l'esercito è senza notizie di circa 10'000 ex militi che dovrebbero restituire l'arma d'ordinanza o, per lo meno, il loro libretto di servizio. Da marzo il DDPS ha infatti potuto completare i dati di soli 17'000 dei 27'000 ex militari, regolarmente prosciolti nel corso degli ultimi sei anni. Complessivamente, dalla metà del 2011 sono stati verificati 309'000 incartamenti di ex militari e ritirate 6'500 armi.

La Commissione ha fatto retromarcia su una delle sue richieste precedenti a proposito dell'uso abusivo di armi. Senza opposizione, essa propone al plenum di accettare la modifica alla sua mozione, introdotta dal Consiglio degli Stati, la quale chiede che l'esercito sia informato automaticamente sulle procedure penali in corso.

Il nuovo testo chiede al Consiglio federale di prendere le misure necessarie affinché gli organi civili e militari di perseguimento penale e di polizia impongano il ritiro delle armi civili e militari se esistono serie ragioni per credere che una persona potrebbe rappresentare, con la sua arma, un pericolo per sé stessa e per terzi.
 

Commissione CN: esito inchiesta aereo combattimento solo in agosto

Saranno noti solo il 21 agosto i risultati dell'inchiesta svolta da una sotto-commissione del Consiglio nazionale sull'acquisto del nuovo aereo da combattimento. I lavori sono quasi conclusi, ma nulla sarà rivelato prima di tale data.

 
La sotto-commissione è incaricata di far luce sui numerosi interrogativi suscitati dalla decisione del Consiglio federale di scegliere il Gripen del costruttore svedese Saab. L'essenziale del lavoro è stato svolto, sebbene vi siano ancora vari elementi da esaminare attentamente, ha precisato oggi il presidente della sottocommissione Thomas Hurter (UDC/SH).

Non si tratta di un rinvio - il rapporto era atteso per la fine di giugno - ma di un cambiamento di data, ha precisato il deputato sciaffusano. Dato che anche il Consiglio federale ha deciso di rinviare il programma d'armamento a ottobre, non sussistono problemi, ha sottolineato Hurter.

Per quest'ultimo è esclusa ogni rivelazione e, tanto meno, non si anticiperà se il rapporto sarà "esplosivo" o no. "Elaboreremo un rapporto con un contenuto che dice qualcosa", ha aggiunto laconicamente. Hurter - convinto che non ci saranno fughe di notizie entro il 21 agosto - ha ammesso che il documento fungerà da base a una decisione politica.

Per la Commissione della politica di sicurezza del Nazionale non è importante sapere se la Svizzera sia un cliente della Svezia o un partner di questo paese nello sviluppo del Gripen. Lo stesso dicasi per l'incontro di venerdì tra il ministro della difesa Ueli Maurer e il suo collega svedese. "Tutto ciò non è in relazione diretta con il nostro lavoro".

Secondo Thomas Hurter, la riunione di questa settimana a Berna tra Saab, una trentina di partner industriali internazionali e 130 imprese svizzere per concretizzare gli affari di compensazione nell'ambito dell'acquisto dei Gripen rientra nel "corso normale degli affari".

Nulla di concreto nemmeno sul budget militare, dopo le recenti scelte del Consiglio federale. Con 10 voti a 9 e 2 astenuti, la commissione della politica di sicurezza ha per il momento rinunciato a intervenire. La maggioranza preferisce attendere che il governo le consegni a fine agosto le cifre aggiornate, mentre la minoranza ritiene che non ci sarà nulla di nuovo.

Il 25 aprile scorso, il Consiglio federale si era attirato le ire della destra, allontanandosi dal mandato fissato dal parlamento. Le Camere intendono aumentare il budget militare a 5 miliardi all'anno a partire dal 2014 per finanziare sia l'acquisto dei nuovi velivoli da combattimento che il funzionamento dell'esercito.

Il governo vuole aumentare il limite soltanto a 4,7 miliardi dal 2015. Inoltre, circa 300 milioni dovrebbero essere prelevati ogni anno dal 2014 dal budget militare per finanziare un fondo destinato all'acquisto dei Gripen. Il governo non ha ancora deciso se rinuncerà al suo piano di risparmio.
 
ATS, 26 giugno 2012