I registri cantonali delle armi in rete

(ats) La Commissione della politica di sicurezza del Consiglio nazionale chiede la messa in rete dei registri cantonali delle armi. Entro l'autunno, il Consiglio federale deve presentare una revisione della legge sulle armi. Non è invece il caso di ritirare l'arma personale del militare alla fine di un servizio o di un corso, affinché venga depositata nell'arsenale.

Alcuni giorni dopo la sparatoria di Daillon (VS), che mercoledì scorso ha provocato l'uccisione di tre persone, la commissione ha adottato, con 12 voti contro 7, una mozione che chiede di mettere in rete i registri cantonali delle armi. Lo ha annunciato oggi alla stampa la sua presidente Chantal Galladé (PS/ZH).

Questa messa in rete dei registri è attesa da due anni. Orbene, per tutto ciò occorre però una base legale, ha spiegato Galladé. La commissione - ha aggiunto - ha "preso atto con stupore" della mancanza di tale base. Questa lacuna è affiorata al momento dell'audizione dei rappresentanti della Conferenza dei direttori dei dipartimenti cantonali di giustizia e polizia.

La commissione ha inoltre adottato altre tre mozioni, intese a rafforzare il controllo e a prevenire l'uso abusivo di armi militari. Una di queste mozioni chiede una modifica del Codice di procedura penale. Si tratterebbe di obbligare la giustizia a comunicare all'esercito i nomi dei militi potenzialmente pericolosi.

Per contro, con 16 voti contro 8, la commissione non ha voluto dar seguito a un'iniziativa parlamentare dei Verdi liberali, che esige la soppressione del "tiro obbligatorio". Il testo dell'iniziativa vuole anche introdurre un nuovo articolo in base al quale l'esercito è tenuto a ritirare l'arma personale del militare alla fine di un servizio o di un corso affinché venga depositata nell'arsenale e a riconsegnargliela all'inizio di un prossimo servizio o corso. Previa richiesta al comandante in servizio, il militare può portare l'arma a casa.

Sempre scettica su aerei da combattimento

(ats) La Commissione della politica di sicurezza del Consiglio nazionale resta scettica a proposito del previsto acquisto di 22 aerei da combattimento svedesi. Intanto si profila un altro neo: il Consiglio degli Stati potrebbe doversi pronunciare senza aver potuto consultare il contratto d'acquisto.

In linea di principio, la Camera dei cantoni dovrebbe esaminare in marzo il programma d'armamento che prevede l'acquisto di 22 caccia del tipo Gripen, per una spesa di 3,126 miliardi di franchi. Tuttavia, il contratto d'acquisto sarà disponibile soltanto in maggio, ha sottolineato oggi alla stampa la presidente della commissione del Nazionale Chantal Galladé (PS/ZH).

Questo dato di fatto sta già sollevando polemiche e certi senatori chiedono un rinvio della decisione. Tra questi anche il presidente della commissione competente Hans Hess (PLR/OW). Sebbene la questione non interessi il Consiglio nazionale, chiamato a pronunciarsi più tardi, Chantal Galladé ha detto di "comprendere personalmente questo disagio".

La commissione degli Stati deciderà nelle sedute previste la settimana prossima e in febbraio. Entro allora sarà in possesso del rapporto di valutazione definitivo, elaborato da una sotto commissione ad hoc del Nazionale, che ha rinnovato le critiche a proposito della scelta del Gripen da parte del Consiglio federale. Galladé ha precisato che oggi a suscitare discussione è stato il futuro a lungo termine del costruttore svedese Saab.

ATS, 08.01.2013