Accordo con l’UE nel settore dell’elettricità
La Commissione della politica estera del Consiglio nazionale (CPE-N) ha approvato un adeguamento del mandato di negoziazione tra la Svizzera e l’UE nel settore dell’elettricità e dell’organizzazione dei colloqui esplorativi su altri temi legati all’energia. Inoltre, la CPE-N ha approvato la ripresa delle basi legali del Fondo per le frontiere esterne nell’ambito degli sviluppi dell’acquis di Schengen. Infine, la Commissione ha proceduto ad audizioni in merito a un’eventuale candidatura della Svizzera al Consiglio di Sicurezza dell’ONU.

1. Adeguamento del mandato di negoziazione tra la Svizzera e l’UE nel settore dell’elettricità e dei colloqui esplorativi inerenti ad altri temi legati all’energia

Conformemente all’articolo 152 capoverso 3 della legge sul Parlamento la CPE-N è stata consultata in merito a una modifica del mandato di negoziazione sull’accordo con l’UE nel settore dell’elettricità. Un adeguamento del detto mandato, approvato dalla Commissione nel 2006, si è reso necessario poiché l’UE desidera estendere la portata dell’accordo sull’elettricità previsto all’accordo sull’energia. Quest’ultimo si baserebbe sulla nuova legislazione europea sull’energia (terzo pacchetto di misure sul mercato interno dell’energia) e includerebbe anche aspetti quali le energie rinnovabili, l’efficienza energetica e lo sviluppo delle infrastrutture di energia.

Con 15 voti contro 10 e 1 astensione la Commissione ha approvato la modifica del mandato di negoziazione. La maggioranza della Commissione ritiene che sia nell’interesse della Svizzera procedere a negoziati più globali in materia di energia. La questione della sicurezza dell’approvvigionamento dovrebbe in effetti essere considerata nel suo insieme, invece di limitarsi al mercato dell’elettricità. La Svizzera dovrebbe tenere conto dei cambiamenti nello spazio europeo e non escludere le questioni climatiche. Una limitazione del mandato al settore dell’elettricità potrebbe compromettere la conclusione delle negoziazioni con l’UE.

La minoranza della Commissione chiede invece che i negoziati s’incentrino soprattutto sul settore dell’elettricità e che le energie rinnovabili, in particolare, ne siano escluse. Ritiene infatti che gli interessi essenziali della Svizzera risiedano nel settore dell’elettricità, nel quale, grazie alla sua collocazione strategica nel mercato energetico europeo, il nostro Paese dispone di un’industria ben posizionata. La minoranza teme che un pacchetto unico in materia di politica energetica possa fallire a causa delle opposizioni alle energie rinnovabili.

2. 10.030 s Sviluppi dell’acquis di Schengen. Ripresa delle basi legali del Fondo per le frontiere esterne

Firmando l’accordo di associazione a Schengen la Svizzera si è impegnata ad adottare tutti gli sviluppi dell’acquis di Schengen. Il Fondo per le frontiere esterne fa appunto parte di questi sviluppi: si tratta di un fondo di solidarietà che permette di sostenere finanziariamente gli Stati più sollecitati per i controlli alle frontiere esterne dello spazio Schengen. Il progetto comprende, da una parte, la ripresa delle basi legali del Fondo e, dall’altra, un accordo aggiuntivo sulla partecipazione della Svizzera al Fondo.

Dopo aver respinto, con 13 voti contro 10 e 1 astensione, una proposta di non entrata in materia, la CPE-N ha approvato il progetto nella votazione sul complesso con 14 voti contro 10. La maggioranza della Commissione accoglie con favore la partecipazione della Svizzera al Fondo per le frontiere esterne ritenendo che si tratti di un aspetto inevitabile della sua collaborazione con gli Stati dell’UE nell’ambito dell’accordo di associazione a Schengen. Dal canto suo, una parte della minoranza ha dubbi sull’efficacia della cooperazione nello spazio Schengen in materia di gestione dei flussi migratori e, quindi, sull’utilità di questo Fondo per la Svizzera. Altri membri della Commissione criticano la situazione dei rifugiati alle frontiere esterne dello spazio Schengen giudicandola non conforme ai diritti dell’uomo.

3. Eventuale candidatura a medio termine della Svizzera al Consiglio di Sicurezza dell’ONU

Nell’ambito dell’esame del rapporto complementare del DFAE concernente un’eventuale candidatura a medio termine della Svizzera al Consiglio di sicurezza dell’ONU, la Commissione ha sentito Colin Keating, Founding Executive Director of Security Council Report, e Peter Huber, delegato e direttore del dipartimento delle organizzazioni internazionali del Ministero austriaco degli affari europei e internazionali. Queste audizioni hanno permesso alla Commissione di farsi un’idea più precisa delle attività e degli impegni del Consiglio di sicurezza. Inoltre, la Commissione ha passato in rassegna le possibilità di intervento di un membro neutrale e non permanente del Consiglio di sicurezza dell’ONU, su esempio dell’Austria. La CPE-N si pronuncerà su questa eventuale candidatura della Svizzera durante una prossima seduta, conformemente all’articolo 152 capoverso 3 della legge sul Parlamento.

4. Attualità internazionale

La Commissione si è occupata anche dello stato attuale delle relazioni tra la Svizzera e la Libia, in seguito all’arresto di Hannibal Gheddafi. Ha discusso soprattutto l’attuazione di un piano di azione concluso tra i due Paesi il 14 maggio 2010 e l’impegno del Consiglio federale per riportare alla normalità le loro relazioni bilaterali.
In questo contesto, la CPE-N ha deciso, senza voti contrari, di ritirare la sua mozione 09.3978 n «Nessun visto per i cittadini libici», dati i recenti sviluppi in seguito alla liberazione di Max Göldi.

5. Altri oggetti

Infine, la Commissione ha preso atto del rapporto sui trattati internazionali conclusi dal Consiglio federale nel 2009 (10.046 n).

La Commissione si è riunita il 21 e il 22 giugno 2010 a Berna, sotto la presidenza della consigliera nazionale Christa Markwalder (RL/BE) e in presenza della presidente della Confederazione Doris Leuthard, della consigliera federale Micheline Calmy-Rey e del consigliere federale Moritz Leuenberger.

 

Berna,  22 giugno 2010 Servizi del Parlamento