La Commissione delle istituzioni politiche del Consiglio degli Stati ritiene che gli elettori debbano sapere chi finanzia le campagne che precedono le votazioni federali e in quale proporzione. Ancorché di misura, ha pertanto deciso di presentare una mozione corrispondente.

La Commissione delle istituzioni politiche del Consiglio degli Stati (CIP-S) ha constatato che le votazioni popolari sono in parte precedute da campagne che richiedono investimenti considerevoli. Ha rilevato inoltre che i mezzi impiegati in questo ambito sono manifestamente ripartiti in modo ineguale. Di conseguenza non tutti possono permettersi di condurre una campagna costosa. La Commissione non intende vietare alle persone facoltose di finanziare le campagne che precedono le votazioni federali, ma ritiene che gli elettori debbano esserne informati. La CIP-S ha pertanto deciso, con 6 voti contro 5 e 1 astensione, di presentare una mozione che incarica il Consiglio federale di presentare al Parlamento un disegno di base legale che prevede l'obbligo di pubblicare le fonti di finanziamento delle campagne che precedono le votazioni federali. I comitati d'iniziativa e le organizzazioni impegnati nell'ambito di votazioni federali saranno tenuti a comunicare la provenienza dei fondi impiegati in queste campagne alla Cancelleria federale, a cui spetterà poi il compito di pubblicare dette informazioni. La Commissione ha deliberatamente deciso di limitare il campo d'intervento alle campagne che precedono le votazioni federali, che hanno un ruolo importante nel nostro sistema di democrazia diretta. La mozione non concerne le fonti di finanziamento dei partiti, poiché una dichiarazione obbligatoria in questo ambito rischierebbe di costituire un passo verso un finanziamento pubblico dei partiti. La Commissione non vuole tuttavia andare in questa direzione.

Una minoranza della Commissione ritiene inattuabile la pubblicazione obbligatoria richiesta dalla mozione. Sarebbe infatti quasi impossibile trovare un sistema con il quale recensire tutti gli interessati e rendere pubblici i contributi in tempo utile, ossia prima della data della votazione. L'attuazione di questo obbligo di trasparenza richiederebbe un dispositivo d'esecuzione e di controllo oneroso. Secondo la minoranza, il voto degli elettori svizzeri non può essere comperato e i cittadini si forgiano un'opinione senza preoccuparsi di sapere chi ha finanziato questa o quella campagna.


08.447 n Iv. pa. Garanzia della riservatezza delle deliberazioni delle commissioni e modifica delle disposizioni legali relative all'immunità

Senza voti contrari, la Commissione propone al suo Consiglio di adottare diverse modifiche di legge decise dal Consiglio nazionale e concernenti l'immunità. In virtù di queste nuove disposizioni, le richieste di soppressione dell'immunità di un deputato o di un magistrato sono decise in ultima istanza non più dalle Camere bensì dalle commissioni. L'obiettivo è che dette decisioni siano prese in funzione di criteri giuridici piuttosto che in funzione di considerazioni politiche di parte. Mentre il Consiglio nazionale prevede di istituire a tal fine una nuova commissione permanente, la CIP-S auspica che per il Consiglio degli Stati questo compito venga svolto dalla Commissione degli affari giuridici. L'immunità relativa per i reati commessi da un deputato o da un magistrato nell'esercizio della funzione dovrà essere limitata ai reati «direttamente connessi» con la condizione o attività ufficiale del deputato o del magistrato interessato.

Aderendo alle proposte del Consiglio federale, la Commissione propone invece di mantenere due disposizioni la cui abrogazione è stata decisa dal Consiglio nazionale. La promozione di un procedimento penale contro un parlamentare per un reato connesso con la sua attività ufficiale resterebbe dunque subordinata all'autorizzazione dell'autorità competente, mentre i membri del Consiglio federale continuerebbero a essere protetti contro l'apertura di un procedimento penale per un reato non connesso con la loro attività ufficiale.

09.3315 n Mo. Consiglio nazionale (Wyss Brigit). Topsharing. Promovimento della responsabilità dirigenziale comune

Allineandosi alla posizione del Consiglio federale, con 8 voti contro 2 e 1 astensione la Commissione propone di accogliere la mozione che incarica il Consiglio federale di «inserire nella sua politica del personale il modello della responsabilità dirigenziale comune (topsharing)».

09.3332 n Mo. Consiglio nazionale (Teuscher). Dialogo sulla parità salariale nell'amministrazione federale

Con 9 voti contro 0 e 2 astensioni la CIP-S propone al suo Consiglio di accogliere la mozione, approvata anche dal Consiglio federale. La mozione chiede che la Confederazione sottoscriva accordi particolari con le associazioni del personale federale nei quali si impegna a esaminare gli stipendi del personale federale sotto il profilo delle discriminazioni sessuali. La Commissione ha constatato che il capo del Dipartimento federale delle finanze ha già firmato una siffatta convenzione il 15 novembre 2010.

Presieduta dal consigliere agli Stati Alain Berset (S, FR), la Commissione si è riunita a Berna il 9 maggio 2011.

 

Berna, 10 maggio 2011 Servizi del Parlamento