Finanziamento con fondi di terzi delle scuole universitarie
Nella sua seduta odierna, la Commissione della scienza, dell'educazione e della cultura del Consiglio nazionale si è occupata del tema del finanziamento delle scuole universitarie con fondi di terzi. La Commissione riconosce l'autonomia delle scuole universitarie e sottolinea l'importanza del principio della trasparenza. La proposta di una nuova regolamentazione legale a livello federale non ottiene però la maggioranza.

Il finanziamento da parte del Pentagono di diversi progetti di ricerca di varie università svizzere e dei due PF, un contratto dell'Università di Zurigo con l'UBS a favore di un'UBS Foundation of Economy in Society o il finanziamento di due cattedre al PFL da parte della Nestlé hanno spinto la CSEC-N ad approfondire la questione dei fondi di terzi. Questi mezzi finanziari provengono da mandati o contributi elargiti alle scuole universitarie al di fuori del bilancio regolare e non provengono direttamente o indirettamente dall'ente pubblico. Nel 2013, i fondi di terzi a istituti dei PF hanno rappresentato una quota pari a circa l'8,4 per cento dei proventi complessivi del settore dei PF (3’131 mio. fr.).

La CSEC-N ha sentito su questo tema rappresentanti delle scuole universitarie e dell'Unione svizzera degli universitari (USU). Da tempo l'USU aveva messo criticamente in discussione la cooperazione delle scuole universitarie con l'economia privata e aveva chiesto a tutti gli organi decisori di garantire l'indipendenza della scienza. I rappresentanti delle scuole universitarie hanno sottolineato che in caso di cooperazione con l'economia e i privati la libertà dell'insegnamento e della ricerca e l'indipendenza delle decisioni accademiche non può essere limitata. Questo principio è stabilito nelle direttive interne e nei regolamenti delle singole scuole universitarie ed è rispettato. I rappresentanti del Consiglio dei PF hanno inoltre sostenuto che nell'assegnazione delle cattedre i privati hanno il diritto di essere consultati, ma non il diritto di veto.

Al termine delle consultazioni, la maggioranza della CSEC-N non ha ritenuto necessario attivarsi sulla questione dei fondi di terzi. In linea di massima sottolinea l'importanza del principio della trasparenza e riconosce l'autonomia delle scuole universitarie. La proposta di una nuova regolamentazione legale a livello federale non ha ottenuto la maggioranza.

Nel gennaio 2014, la CSEC-N ha trattato la mozione, accolta dal Consiglio nazionale il 17 settembre 2013, Piano d'azione per la geotermia (11.4027 n) che incarica il Consiglio federale di elaborare un piano d'azione che illustri, in fasi concrete, la promozione della geotermia in Svizzera in collaborazione con i produttori di energia elettrica e le altre parti interessate. Visti gli sforzi profusi dal Consiglio federale per promuovere lo sviluppo della geotermia, la CSEC-N ha modificato la mozione originaria respingendo diverse richieste (v. rapporto). Secondo la CSEC-S, nelle misure di promozione della geotermia in Svizzera il Consiglio federale, assieme ai produttori di energia elettrica e alle altre parti interessate, deve considerare solo la  prospezione e ricerca di siti tramite trivellazioni e misurazioni sismiche e l'elaborazione di direttive generali sul piano nazionale per progetti energetici nell'ambito della geotermia di profondità, inclusa la sorveglianza dei rischi sulla sismicità indotta. Il Consiglio degli Stati ha accettato la mozione in questa forma modificata il 20 marzo 2014 (v. verbale del Consiglio degli Stati). La CSEC-N si allinea al Consiglio degli Stati e raccomanda alla sua Camera di accogliere la mozione nella forma modificata.

La Commissione ha inoltre presentato tre interventi:
- un postulato di Commissione che traccia un bilancio dell'attuazione in Svizzera del diritto di essere sentiti secondo l'articolo 12 della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del fanciullo;
- un postulato di Commissione che incarica il Consiglio federale di indicare in un rapporto in che modo è possibile rafforzare a lungo termine la sicurezza del finanziamento e della previdenza nella carriera di atleti di punta;
- una mozione di Commissione che chiede al Consiglio federale, di elaborare la strategia per attenuare la carenza di personale qualificato, d'intesa con i Cantoni e le organizzazioni del mondo del lavoro, e di sottoporre le relative proposte al Parlamento (14.3380) (dello stesso tenore della mozione della Commissione omologa del Consiglio degli Stati 14.3009).


Presieduta dal consigliere nazionale Matthias Aebischer (PS/BE), la Commissione si è riunita a Berna il 16 maggio 2014.

 

Berna, 16 maggio 2014 Servizi del Parlamento