La Commissione della politica di sicurezza del Consiglio nazionale (CPS-N), con 13 voti contro 12, mantiene la sua posizione: si rifiuta di ridurre il credito per il vestiario di protezione balistica e intende garantire un equipaggiamento completo. Così facendo rifiuta anche la proposta di compromesso decisa dal Consiglio degli Stati nella sessione autunnale.

Il messaggio sull’esercito 2018 (18.022) si trova nella fase di appianamento delle divergenze. Oggetto di controversie è il credito per il vestiario di protezione balistica, parte del programma d’armamento 2018. La maggioranza della Commissione intende mantenere la propria decisione di approvare l’intero credito di 199,2 milioni. A suo avviso, è preponderante la necessità di garantire ad ogni singolo militare un’adeguata protezione fisica. Inoltre deve essere rispettato il principio dell’equipaggiamento completo e deve essere mantenuta la massima flessibilità nell’uso dei giubbotti di protezione. Tanto più che con la recente riforma l’Esercito è stato ulteriormente ridotto e in caso di crisi, non sarebbe pressoché più in grado di procurarsi ulteriori giubbotti di protezione.

Due minoranze propongono invece di apportare dei tagli. Una minoranza vorrebbe dimezzare il credito per il vestiario di protezione balistica come deciso inizialmente dal Consiglio degli Stati. Secondo questa minoranza, non esiste alcuno scenario di minaccia realistico tale da giustificare la necessità di equipaggiare simultaneamente l’intera truppa con giubbotti di protezione. Inoltre questi ultimi costituiscono materiale di corpo che viene consegnato solo per l’impiego. Questa proposta di minoranza è stata respinta con 16 voti contro 9. 

Un’altra minoranza propone di allinearsi alla proposta di compromesso decisa dal Consiglio degli Stati nella sessione autunnale. Il vantaggio di questa riduzione del credito di 29,2 milioni è che permetterebbe di dotare di giubbotti di protezione tutti i militari in servizio. Si rinuncerebbe solo ai 15 000 giubbotti della riserva destinata al mantenimento della prontezza del materiale, ciò che sarebbe sostenibile e in linea con il concetto di impiego dell’Esercito. Questa proposta è stata bocciata con 13 voti contro 12.

L’appianamento delle divergenze su questo oggetto è previsto nella sessione invernale.

Sicurezza in occasione di manifestazioni sportive

Con 15 voti contro 8 la CPS-N propone alla propria Camera di approvare la Convenzione del Consiglio d’Europa su un approccio integrato in materia di sicurezza fisica, sicurezza pubblica e servizi in occasione di incontri calcistici e di altre manifestazioni sportive (18.059). La maggioranza della Commissione è favorevole a un rafforzamento della cooperazione internazionale dato che in particolare la tifoseria violenta rappresenta anche un problema globale. Accoglie inoltre con favore il fatto che la Convenzione, oltre a misure di sicurezza e di protezione, preveda misure volte a prevenire la violenza. In particolare la Svizzera potrà beneficiare del fatto che in futuro anche altri Stati firmatari potranno imporre restrizioni di viaggio. La minoranza della Commissione propone per contro di non approvare la Convenzione ritenendo che vada in una direzione sbagliata. Invece di puntare su un allentamento della tensione, i tifosi violenti dovrebbero essere affrontati con la massima durezza dalla legge. Inoltre, con le frontiere aperte, le restrizioni di viaggio risulterebbero inefficaci.

La CPS-N si è espressa in seguito all’unanimità a favore dell’Accordo tra la Svizzera e la Bulgaria sulla cooperazione di polizia nella lotta contro la criminalità (18.058). È favorevole a un’intensificazione della cooperazione, soprattutto perché consentirebbe in particolare di accelerare lo scambio di informazioni di polizia e di rafforzare il lavoro d’indagine, contribuendo così alla sicurezza interna della Svizzera. Inoltre, l’Accordo con la Bulgaria completa la rete contrattuale esistente tra la polizia svizzera e gli Stati dell’Europa sudorientale.

La CPS-N ha inoltre trattato due iniziative parlamentari (Iv. Pa.). Con 15 voti contro 8 la Commissione propone alla propria Camera di non dare seguito all’Iv. Pa. Vogt 17.474. L’iniziativa chiede di modificare la Costituzione federale in modo che l’obbligo di prestare servizio militare garantisca all’esercito gli effettivi necessari e parallelamente venga abolito il diritto di scelta a favore del servizio civile sostitutivo. La maggioranza della Commissione ritiene inadeguata una tale modifica costituzionale e vorrebbe discutere le misure di modifica della legge sul servizio civile nel quadro del relativo disegno del Consiglio federale che sarà sottoposto al Parlamento prossimamente. La minoranza ritiene invece che sia necessario intervenire con urgenza e in modo esteso.    

Con 15 voti contro 9 la CPS-N ha inoltre deciso di proporre alla propria Camera di non dare seguito nemmeno all’Iv. Pa. Addor 17.485. L’iniziativa chiede di precisare la legge militare in modo che l’assistenza spirituale a disposizione dei militari sia affidata esclusivamente a cappellani protestanti, cattolico-romani e cattolico-cristiani. La maggioranza della Commissione non ravvisa alcuna necessità di legiferare su questo tema. Rimanda inoltre al diritto costituzionale della libertà di credo e sottolinea che i militari hanno diritto all’assistenza spirituale dell’esercito, indipendentemente dal loro credo. La minoranza della Commissione fa riferimento all’aumento dei militari musulmani, ai possibili futuri problemi associati a questa situazione e, dal suo punto di vista, all’incompletezza della base legale. Per fare chiarezza ritiene quindi che sarebbe necessario procedere a una modifica legislativa.

Il Consiglio nazionale si occuperà degli oggetti menzionati probabilmente durante la sessione invernale.

Infine la CPS-N ha respinto con 16 voti contro 9 una proposta che chiedeva di svolgere durante la prossima seduta una serie di audizioni sugli aspetti relativi alla sicurezza del patto ONU per la migrazione nella prossima sessione.

Presieduta dal consigliere nazionale Werner Salzmann (UDC, BE), la Commissione si è riunita a Berna il 29 e il 30 ottobre 2018. A parte della seduta era presente il consigliere federale Guy Parmelin, capo del DDPS.