La Commissione della politica estera del Consiglio degli Stati (CPE-S) ha proceduto a un aggiornamento sulla situazione in Medio Oriente in presenza del consigliere federale Ignazio Cassis, capo del Dipartimento federale degli affari esteri. Si è inoltre informata in merito a  diversi temi di attualità internazionale.

La Commissione ha approfondito gli aspetti politici e di sicurezza. Particolare attenzione è stata dedicata alle tensioni israelo-palestinesi, al conflitto in Siria e al Libano. Al centro delle discussioni vi sono state le sfide, in particolare quella umanitaria, che il Libano deve affrontare dopo la terribile esplosione che ha devastato la sua capitale Beirut, nonché le prospettive del processo di pace tra Israele e la Palestina e il ruolo che la Svizzera potrebbe svolgere in questo processo. La Commissione proseguirà le discussioni sulla regione non appena il Consiglio federale avrà adottato in autunno la strategia «MENA» (Medio Oriente e Nord Africa). La CPE-S ha poi esaminato, prendendone atto, il rapporto del Consiglio federale in risposta al postulato 18.3820 «Rapporto dettagliato sui finanziamenti a ONG palestinesi e israeliane» e alla mozione 16.3289 «Impedire l’uso di denaro pubblico per scopi razzisti, antisemiti e di incitamento all’odio».

Attualità internazionali

La Commissione ha inoltre dibattuto sull’accordo tra la Confederazione Svizzera e la Cina che consente ai funzionari cinesi di effettuare controlli d’identità sui loro cittadini che soggiornano illegalmente nel nostro Paese, notizia messa recentemente in evidenza dai media. La CPE-S ha preso atto che questi controlli erano effettuati su richiesta della Svizzera e nel suo interesse, e che i funzionari cinesi erano unicamente a beneficio delle informazioni necessarie per l’identificazione dei loro cittadini e in conformità con il nostro diritto interno. Così facendo, la CPE-S ha preso atto del fatto che si trattava di una convenzione tecnico-amministrativa di carattere ufficiale ai sensi dell’articolo 100 capoverso 5 della legge federale sugli stranieri e la loro integrazione e non di un accordo segreto come presentato dai media.

Come la Commissione del Consiglio nazionale, la CPE-S ha fatto il punto sulla situazione in Bielorussia dopo i risultati delle elezioni presidenziali e ha espresso preoccupazione per le violazioni dei diritti dell’uomo. Ha ascoltato la valutazione del Consiglio federale e incoraggia quest’ultimo a impegnare le sue risorse per porre fine alle violenze e instaurare un dialogo tra le diverse parti.

Altre decisioni

Infine la CPE-S ha preso atto di diversi rapporti riguardanti le attività delle delegazioni presso assemblee parlamentari internazionali, delle delegazioni incaricate delle relazioni con parlamenti di altri Stati e delle delegazioni non permanenti istituite dalla CPE nel corso della 50a legislatura.