A scadenze regolari, la delegazione dell’Assemblea federale e quella del Parlamento europeo conducono uno scambio di opinioni sullo stato delle relazioni bilaterali. Su invito di Andreas Schwab, il consigliere agli Stati Würth ha partecipato a una riunione della Delegazione DEEA il 4 maggio 2022 e da ultimo il 7 luglio 2022. Durante quest’ultimo incontro si è discusso nuovamente dei colloqui esplorativi tra la Svizzera e l’Unione europea (UE) nonché dell’attuale non associazione della Svizzera ai programmi «Orizzonte Europa».
In merito ai colloqui esplorativi sul pacchetto negoziale del Consiglio federale, il consigliere agli Stati Würth ha sottolineato la disponibilità della Svizzera di passare dal funzionamento statico degli accordi bilaterali di libero accesso al mercato ad un loro adeguamento dinamico. Ha altresì aggiunto come la Svizzera riconosca che il meccanismo di risoluzione delle controversie debba tenere conto della sovranità interpretativa sul diritto europeo della Corte di giustizia dell’Unione europea, ma necessiti, in contropartita, di poter tutelare i propri interessi di Stato non membro dell’UE attraverso clausole di protezione e deroghe e questo in ambiti chiave quali, in particolare, l’Accordo sulla libera circolazione delle persone – particolarmente delicato sul piano della politica interna – e segnatamente le questioni legate ai lavoratori distaccati e alla direttiva europea sulla libera circolazione dei cittadini UE. In merito a questi temi negoziali Würth non si spiega come mai, stando alla lettera – divenuta pubblica – del negoziatore capo dell’UE, la Commissione europea abbia optato per una posizione di maggiore chiusura rispetto a quella sostenuta durante i negoziati sull’Accordo istituzionale. A suo avviso è invece necessario che l’UE dia prova di flessibilità se, in futuro, si vuole raggiungere un risultato negoziale che in Svizzera incontri il favore della maggioranza.
Riguardo al programma di ricerca «Orizzonte Europa» il consigliere agli Stati Würth ha sottolineato l’evidente interesse di entrambe le parti a non abbandonare la collaudata via bilaterale. Se da un lato, la ricerca condotta in Svizzera ha una forte vocazione internazionale e trae beneficio dalle reti di contatto europee, dall’altro, l’ottimo livello delle scuole universitarie svizzere può contribuire in misura importante a rendere la ricerca e l’innovazione europea più competitiva a livello globale. Di questo parere sono anche le università e la comunità scientifica europee.
Il consigliere agli Stati Würth ha inoltre colto l’occasione per esprimersi sull’iniziativa promossa dall’eurodeputato Lukas Mandl, relatore per le relazioni con la Svizzera della Commissione per gli affari esteri del Parlamento europeo. A metà giugno, Mandl ha pubblicato, insieme a quattro relatori ombra, una lettera della Commissione con cui si chiede di intensificare lo scambio bilaterale a livello parlamentare. Il consigliere agli Stati Würth ha espresso soddisfazione per questa iniziativa che gode del sostegno interpartitico di cinque gruppi politici.
La Delegazione del Parlamento europeo e la Delegazione dell’Assemblea federale si incontreranno nuovamente in occasione dell’annuale appuntamento interparlamentare Svizzera–UE, che quest’anno si terrà verosimilmente il 6 e 7 ottobre a Rapperswil-Jona e presso il Politecnico federale di Zurigo. Durate l’incontro di ieri, i presidenti delle Delegazioni, Andreas Schwab e Benedikt Würth, hanno convenuto di invitare all’appuntamento di ottobre specialisti di entrambe le parti che possano fornire indicazioni sulle questioni sensibili riguardanti la libera circolazione delle persone. L’obiettivo è consentire ai membri delle Delegazioni di approfondire le varie posizioni e discutere con gli esperti le soluzioni possibili.