Nel gennaio 2014 le Commissioni della gestione delle Camere federali hanno incaricato il Controllo parlamentare dell’amministrazione (CPA) di procedere a una valutazione sul personale attivo nel servizio diplomatico. Sulla base di questo mandato il CPA ha verificato se il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) aveva definito in modo pertinente i profili dei requisiti applicabili al servizio diplomatico e se i sistemi per il reclutamento e la fidelizzazione del personale erano adeguati. Nel suo rapporto finale del 10 agosto 2015 ha stabilito che, se nell’insieme questi sistemi funzionano, i profili dei requisiti risultano troppo poco dettagliati e i dati per la gestione del personale del DFAE sono lacunosi. Il CPA ha inoltre segnalato una serie di automatismi e una mancanza di trasparenza nella procedura di promozione.
Sulla base dell’analisi del CPA, la CdG-S è giunta alla conclusione che le attuali procedure di reclutamento e di fidelizzazione del personale diplomatico non presentano lacune sostanziali; ha comunque rilevato un certo potenziale di ottimizzazione. La Commissione si è inoltre occupata di questioni preminenti concernenti la politica del personale in seno al DFAE che non erano oggetto della valutazione del CPA. In particolare si è chiesta se il sistema di remunerazione e il sistema di carriera sono conformi al contesto attuale. Sulla base di queste conclusioni ha poi formulato sei raccomandazioni all’indirizzo del Consiglio federale.
La prima raccomandazione invita il Consiglio federale a verificare la pertinenza dell’attuale sistema di carriera nel servizio diplomatico, eccessivamente basato sulla forma e caratterizzato in particolare da un’evoluzione professionale fortemente predefinita che include aumenti salariali essenzialmente automatici e un obbligo di trasferimento. In effetti la valutazione del CPA ha evidenziato che il meccanismo delle promozioni quasi automatiche ha raggiunto i suoi limiti a causa del numero limitato di posti dirigenziali disponibili e della riduzione delle risorse, tanto più che un quinto dei posti nell’ambito della tutela degli interessi della Svizzera sono oggi occupati da persone esterne al servizio diplomatico. Riprendendo una raccomandazione formulata dalla CdG-N nel 2002, la CdG-S invita il Consiglio federale a riconsiderare la possibilità di abbandonare il sistema di carriera e di remunerazione attuale per sostituirlo con uno basato sulla funzione occupata.
Indipendentemente dalla questione relativa a un cambiamento completo di approccio, la
CdG-S ritiene che il sistema attuale possa essere migliorato come segue:
- propone di migliorare il nesso tra compiti e competenze orientando maggiormente i profili dei requisiti dei collaboratori alle mansioni specifiche e alle competenze necessarie nel servizio diplomatico;
- raccomanda al Consiglio federale di assicurarsi che le decisioni di ammissione al servizio diplomatico siano prese a un livello gerarchico adeguato (il capo del DFAE non si pronuncia più in merito, o esclusivamente a titolo eccezionale);
- critica il fatto che nel sistema attuale le decisioni di promozione siano generalmente prese in funzione dell’anzianità dei collaboratori e non comportino dunque una vera e propria selezione. Il Consiglio federale deve pertanto adoperarsi affinché le promozioni possano essere giustificate sulla base degli strumenti e delle condizioni quadro esistenti e la procedura di promozione sia più trasparente;
- invita il Consiglio federale a fare in modo che in futuro siano rilevati dati appropriati per la gestione del personale. Secondo la Commissione si tratta di informazioni necessarie per valutare l’efficacia delle misure prese per fidelizzare il personale. In assenza di dati sistematici, il CPA non ha potuto ad esempio verificare quali sono stati i motivi alla base di una rinuncia precoce alla carriera diplomatica (p. es. situazione delle persone di accompagnamento, difficoltà di conciliare la carriera con la famiglia);
- la valutazione del CPA ha mostrato che il grado di soddisfazione salariale dei collaboratori del servizio diplomatico di stanza in Svizzera era nettamente inferiore rispetto a quello dei loro colleghi all’estero che possono contare anche su diverse indennità complementari. La CdG-S invita pertanto il Consiglio federale a fornirle informazioni circostanziate in merito alle indennità del personale diplomatico in Svizzera e all’estero, tendo conto dei diversi supplementi, indennità e privilegi fiscali.
La CdG-S invita il Consiglio federale a esprimersi in merito alle sue considerazioni e raccomandazioni entro il 23 maggio 2016. Presieduta dal consigliere agli Stati Hans Stöckli (PS, BE), la Commissione si è riunita a Berna il 26 febbraio 2016.
Berna, 1° marzo 2016 Servizi del Parlamento