Il controprogetto indiretto definisce in sostanza gli elementi dell’obbligo di diligenza con cui si mira a garantire che le imprese rispettino anche all’estero le disposizioni internazionali vincolanti per la Svizzera in materia di protezione dei diritti umani e dell’ambiente: il consiglio d’amministrazione di una società anonima dovrà identificare i rischi per i diritti umani e per l’ambiente derivanti dall’attività della propria società, adottare provvedimenti e farne rapporto. Dovrà tenere conto dell’impatto che la società potrebbe avere, garantire il principio di adeguatezza e occuparsi prioritariamente delle conseguenze più gravi sui diritti umani e sull’ambiente. Questa diligenza riguarda anche le conseguenze derivanti dall’attività di imprese controllate e da relazioni d’affari con terzi. L’obbligo di diligenza deciso dalla Commissione si ispira fortemente ai principi guida dell’ONU e alle relative linee guida dell’OCSE e dovrà applicarsi alle grandi imprese e ai gruppi che, per due anni d’esercizio consecutivi, superano due dei seguenti valori: a. totale di bilancio pari a 40 milioni di franchi, b. cifra d’affari pari a 80 milioni di franchi, c. 500 posti a tempo pieno in media annua. Una minoranza propone di rinviare ai valori soglia fissati per l’obbligo di revisione conformemente all’articolo 727 capoverso 1 numero 2 CO. La Commissione desidera applicare l’obbligo di diligenza anche alle società la cui attività comporta un rischio particolarmente elevato di violazione delle disposizioni in materia di protezione dei diritti umani e dell’ambiente. Dovranno invece essere esentate le società la cui attività presenta un rischio particolarmente ridotto. Oltre che alle società anonime, l’obbligo di diligenza dovrà essere analogamente applicabile alle società a garanzia limitata (Sagl), alle società cooperative e alle associazioni. Il controprogetto indiretto contiene inoltre una disposizione in materia di responsabilità che si rifà ai principi della responsabilità del padrone di azienda (art. 55 CO).
Per quanto riguarda la trasparenza nel settore delle materie prime, la Commissione si è espressa con 16 voti contro 7 a favore del disegno del Consiglio federale che prevede di obbligare le imprese operanti in questo settore a pubblicare i pagamenti fatti a servizi statali. Una minoranza desidera estendere la normativa sulla trasparenza al commercio di materie prime, un’altra minoranza propone invece di fare tabula rasa.
Le disposizioni decise dalla Commissione in merito al controprogetto indiretto dipendono dall’approvazione, da parte della Commissione, della revisione del diritto della società anonima (16.077) nella votazione sul complesso. Per la deliberazione in Consiglio nazionale, prevista nella sessione estiva, la Commissione intende adottare anche un rapporto esplicativo sul controprogetto indiretto. Di conseguenza, si riserva di ritornare a trattare durante la sua prossima seduta le disposizioni adottate con il controprogetto indiretto.
Presieduta dal consigliere nazionale Pirmin Schwander (UDC/SZ), la Commissione si è riunita a Berna il 19 e il 20 aprile 2018.