L’iniziativa popolare per l’autodeterminazione depositata il 12 agosto 2016 vuole sancire nella Costituzione il primato del diritto costituzionale sul diritto internazionale. Prevede inoltre l’obbligo per le autorità di denunciare, se necessario, i trattati internazionali che contraddicono la Costituzione. La Commissione ha dedicato complessivamente quattro sedute all’esame dell’iniziativa, identificando fin da subito diverse debolezze nel suo testo. Considerando la possibilità di opporvi un controprogetto, la Commissione ha cercato in primo luogo di stabilire se l’introduzione nella Costituzione di una clausola generale e astratta di risoluzione dei conflitti fra trattati sarebbe di per sé auspicabile e a tale proposito ha sentito il parere di esperti di giurisprudenza. Ne è emerso che indipendentemente dalle disposizioni prese nel diritto interno, la Svizzera rimarrebbe comunque vincolata ai propri impegni internazionali. La Commissione è quindi giunta alla conclusione che l’adozione di una clausola costituzionale di risoluzione dei conflitti fra trattati non apporterebbe alcun valore aggiunto rispetto alla soluzione pragmatica applicata attualmente per risolvere i conflitti normativi fra il diritto internazionale e la Costituzione, ma al contrario rischierebbe di produrre nuove incertezze giuridiche. Secondo la Commissione, il diritto costituzionale vigente offre già al legislatore, alle autorità incaricate dell’applicazione del diritto e ai giudici un certo margine di manovra che consente, nel singolo caso, di risolvere a favore del diritto nazionale eventuali contrasti fra norme di diritto internazionale e norme di diritto nazionale. Introdurre nella Costituzione una norma generale e astratta che sancisca esplicitamente questo primato costituirebbe invece un segnale che potrebbe mettere in pericolo la reputazione della Svizzera quale partner affidabile nelle relazioni giuridiche internazionali. A tale proposito la Commissione rammenta che il diritto internazionale non è un «diritto straniero»: la Svizzera è tenuta a conformarvisi soltanto se ne ha approvato le normative. A livello nazionale tale approvazione avviene peraltro nel rispetto dei diritti di partecipazione democratici che spettano al Parlamento, al Popolo e ai Cantoni. Vista la complessità del tema, la Commissione non ritiene opportuno sottoporre al Popolo un controprogetto dal contenuto incompatibile con quello dell’iniziativa, che non indurrebbe gli autori della stessa a ritirarla.
Una minoranza della Commissione reputa invece che sia opportuno chiarire nella Costituzione il rapporto fra diritto internazionale e diritto nazionale e vorrebbe contrapporre all’iniziativa un controprogetto diretto. Propone pertanto di sancire nell’articolo 190 Cost. una riserva che permetta delle deroghe e che nel contempo rappresenti una clausola di risoluzione dei conflitti. Di conseguenza, per principio nel diritto nazionale sarebbe possibile emanare disposizioni che deroghino al diritto internazionale, ma soltanto se la disposizione di diritto internazionale in questione non garantisce la tutela dei diritti dell’uomo. Un’altra minoranza propone a sua volta di raccomandare al Popolo e ai Cantoni di accettare l’iniziativa.
Rafforzamento della cooperazione amministrativa transfrontaliera
Nella votazione sul complesso, con 12 voti contro 0 e 1 astensione, la Commissione ha adottato il disegno del Consiglio federale concernente la ratifica di due Convenzioni del Consiglio d’Europa (17.053 s Cooperazione amministrativa transfrontaliera. Convenzioni n. 94 e 100 del Consiglio d’Europa. Approvazione). Durante le deliberazioni della Commissione è stato proposto di ratificare soltanto la Convenzione n. 94. Con il voto decisivo del presidente, questa proposta è stata respinta e la Commissione propone alla propria Camera di ratificare entrambe le Convenzioni. Una minoranza della Commissione vorrebbe invece rinunciare a ratificare la Convenzione europea sul conseguimento all’estero d’informazioni e di prove in materia amministrativa (Convenzione n. 100) poiché a suo avviso non ha alcuna rilevanza pratica.
Diritto della revisione
Con 7 voti contro 4 e 1 astensione la CAG-S propone alla propria Camera di non dare seguito all’iniziativa parlamentare 15.472 (Iv. Pa. Schneeberger. Garantire una soluzione idonea per le PMI. Concretizzare la revisione limitata per proteggere le nostre PMI). In effetti la Commissione ritiene che la proposta non sia opportuna. Una minoranza propone di darvi seguito.
Presieduta dal consigliere agli Stati Robert Cramer (G, GE), la Commissione si è riunita a Berna il 12 febbraio 2018.