La Commissione della politica di sicurezza del Consiglio Nazionale (CPS-N) ha concluso l’esame del messaggio sull’esercito 2017 (17.027) e approvato il programma d’armamento con 13 voti contro 6 e 4 astensioni. Con una maggioranza risicata, chiede alla propria Camera di aumentare il programma d’armamento di 20 milioni di franchi per ripristinare la capacità limitata delle forze aeree di combattere obiettivi al suolo.

​Già in occasione della sua ultima seduta, la CPS si era espressa a favore di tre dei quattro progetti d’armamento previsti; restava da decidere il credito d’impegno relativo al prolungamento della durata di utilizzazione degli aerei da combattimento F/A-18 (cfr. comunicato stampa della CPS-N del 28 marzo 2017). A tal proposito la Commissione del DDPS ha chiesto un complemento di informazioni. Dopo aver discusso il breve rapporto, la CPS chiede alla propria Camera, con 11 voti contro 10 e 3 astensioni, di approvare un credito complessivo di 920 milioni (il Consiglio federale ne aveva previsto uno di 900 milioni). Le forze aeree saranno così equipaggiate in modo da poter nuovamente raggiungere, in caso di difesa, obiettivi al suolo. Questa capacità non è più possibile dal 1994.

La maggioranza della Commissione ritiene che in seguito ai cambiamenti nella politica di sicurezza avvenuti negli ultimi anni il ripristino della capacità di combattere obiettivi al suolo sia una necessità impellente che occorre considerare senza indugio, tanto più che la capacità d’impiego richiede da 5 a 10 anni. Secondo la Commissione, le esperienze maturate nell’ambito delle esercitazioni e della tecnica acquisite grazie agli investimenti possono essere utilizzate anche per un nuovo tipo di aereo da combattimento. La minoranza ritiene invece che per un Paese piccolo e densamente popolato come la Svizzera non sia necessario essere in grado di combattere obiettivi al suolo. Non ritiene infatti realistico che la Svizzera debba ripristinare tale capacità e al momento le finanze della Confederazione non permettono una simile spesa.

Questo oggetto sarà discusso in Consiglio nazionale durante la sessione estiva.

Sì risicato al prolungamento fino al 2020 dell’impiego della Swisscoy

La CSP-N ha approvato con 13 voti contro 11 il disegno del Consiglio federale inteso a prolungare la partecipazione della Svizzera alla forza multinazionale denominata «Kosovo Force» (KFOR) (16.079). Con 13 voti contro 11 ha respinto la richiesta di rinviare il disegno al Consiglio federale per porre fine all’intervento della Svizzera entro il 2020. Con un’ulteriore richiesta di rinvio la Commissione intendeva inoltre incaricare il Consiglio federale di porre fine all’intervento entro il 2020 e di impiegare i mezzi che si liberano a favore della cooperazione allo sviluppo in Kosovo. La richiesta è stata respinta con 22 voti contro 2.

La maggioranza della Commissione rileva che il disegno del Consiglio federale prevede già ora una riduzione del contingente svizzero. Al momento ritiene prematuro concludere del tutto l’impiego della Swisscoy poiché la situazione in Kosovo è troppo instabile. Il Paese necessita tuttora del sostegno della KFOR altrimenti vi è il rischio che la regione subisca una nuova escalation di violenza. La minoranza considera invece che l’impiego militare della Svizzera e i relativi costi non siano più giustificati poiché la situazione sul posto, a quasi 20 anni dal conflitto, è ormai completamene stabile. Altri membri della Commissione ritengono che per raggiungere i suoi obiettivi il Kosovo necessiti di un sostegno civile piuttosto che militare.

L’oggetto sarà trattato nel Consiglio nazionale durante la sessione estiva. Il Consiglio degli Stati ha già approvato il disegno.

Seminario sulla politica di sicurezza in materia di acquisto di armamenti

Presieduta dalla consigliera nazionale Corina Eichenberger-Walther (PLR, AG), la Commissione si è riunita a Berna il 24 aprile 2017. Alla seduta era presente anche il consigliere federale Guy Parmelin, capo del DDPS. Nella giornata di oggi, martedì, la Commissione organizza per la quinta volta un seminario sulla politica di sicurezza che quest’anno ha per tema l’acquisto di armamenti. In tale occasione discuterà dei processi e delle condizioni quadro, delle questioni inerenti alla gestione di progetti e al relativo controllo, nonché degli aspetti industriali relativi all’acquisto di armamenti. Coglierà inoltre l’occasione per informarsi presso gli esperti, al di fuori degli oggetti parlamentari, ed esaminare le possibilità di miglioramento dei processi di acquisto. Le conoscenze attuali saranno inoltre di fondamentale importanza per l’esame degli acquisti di grande entità che saranno effettuati in futuro.