Una scarsa maggioranza della Commissione aderisce al modello del Consiglio degli Stati sull’attuazione dell’«iniziativa sull’immigrazione di massa». La Commissione intende rispettare gli impegni internazionali della Svizzera, riducendo però notevolmente gli oneri amministrativi risultanti per i datori di lavoro secondo il modello del Consiglio degli Stati.

Dopo la prima lettura dell’oggetto relativo all’attuazione dell’«iniziativa sull’immigrazione di massa» (16.027n Legge federale sugli stranieri. Regolazione deII’immigrazione e miglioramenti neII’esecuzione degli accordi sulla libera circolazione) da parte di entrambe le Camere, durante l’esame preliminare delle divergenze in seno alla Commissione delle istituzioni politiche (CIP) del Consiglio nazionale sono stati discussi tre modelli:

- il modello del Consiglio degli Stati per la «priorità dei lavoratori indigeni», modificato dalla Commissione, che prevede misure in favore dei disoccupati indigeni di determinate categorie professionali in caso di disoccupazione superiore alla media, rispettando però gli impegni assunti dalla Svizzera negli accordi internazionali;

- il modello della minoranza I, , elaborato in base alle decisioni del Consiglio nazionale nella prima lettura e rispinto al Consiglio degli Stati, il quale prevede l’obbligo di annunciare i posti vacanti a partire da un determinato valore soglia; se questa misura non dovesse ottenere l’effetto auspicato, si potrebbero pure prendere misure non compatibili con l’Accordo sulla libera circolazione delle persone con l’UE;

- il modello della minoranza II, sconfitta al Consiglio degli Stati, che intende attuare l’articolo 121a della Costituzione federale rigorosamente mediante tetti massimi e contingenti e che non distingue tra cittadini UE/AELS e cittadini di Stati terzi.

La Commissione ha dapprima esaminato approfonditamente il modello del Consiglio degli Stati. Essa sostiene con 14 voti contro 6 e 1 astensione l’obbligo per i datori di lavoro, nei settori caratterizzati da un’elevata disoccupazione, di invitare a un colloquio di assunzione i candidati adeguati proposti dai servizi pubblici di collocamento. Il datore di lavoro deve tuttavia soltanto comunicare il risultato del colloquio al servizio di collocamento ma non deve motivarlo, contrariamente a quanto deciso dal Consiglio degli Stati. L’obbligo di motivazione è stato respinto con 19 voti contro 6.

Nell’ambito del raffronto dei modelli modificati, in una prima votazione il modello della minoranza I ha prevalso con 12 voti contro 9 e 4 astensioni sul modello della minoranza II. Nella votazione definitiva il modello modificato del Consiglio degli Stati ha prevalso con 13 voti contro 12 su quello della minoranza I.

Presieduta dal consigliere agli Stati Heinz Brand (V, GR), la Commissione si è riunita a Berna il 1 dicembre 2016.