Con 5 voti contro 5, 3 astensioni e il voto decisivo del suo presidente, la Commissione delle istituzioni politiche del Consiglio degli Stati (CIP-S) ha respinto nella votazione sul complesso il disegno di legge federale sul divieto di dissimulare il viso (22.065). Questa decisione equivale a una proposta di non entrata in materia.

Il disegno di legge del Consiglio federale volto ad attuare la disposizione costituzionale sul divieto di dissimulare il viso, accettata in votazione popolare il 7 marzo 2021, sarà trattato dal Consiglio degli Stati nella sessione primaverile.

La CIP-S era inizialmente entrata in materia con 6 voti contro 4 e 3 astensioni, per poi procedere alla deliberazione di dettaglio. Alla luce del risultato finale, ha infine deciso di respingere il disegno governativo, soprattutto per motivi legati al federalismo e alla sussidiarietà. L’articolo costituzionale sul divieto di dissimulare il viso può infatti essere attuato nella legislazione cantonale: una simile attuazione è tanto più appropriata in quanto la facoltà di emanare norme sull’uso del demanio pubblico spetta ai Cantoni. Per quel che concerne il divieto di dissimulazione del viso, la Confederazione ha da parte sua soltanto il potere di emanare norme di diritto penale. Fondare la facoltà di legiferare in questo ambito su una competenza in materia di diritto penale non è opportuno: l’obiettivo principale del divieto di dissimulazione del viso, infatti, non è sanzionare, bensì garantire la sicurezza e l’ordine pubblico e, più in generale, la convivenza civile.

Aiuto sociale per stranieri: la situazione attuale è soddisfacente

La Commissione mantiene la sua opinione secondo cui non è necessario modificare la legislazione attuale per quel che concerne il ricorso giustificato all’aiuto sociale da parte di cittadini stranieri. Con 7 voti contro 6 propone pertanto di non dare seguito all’iniziativa parlamentare «La povertà non è un reato» (20.451), presentata dalla consigliera nazionale Samira Marti, che chiede di modificare la legge federale sugli stranieri e la loro integrazione in modo tale che gli stranieri che vivono in Svizzera da più di 10 anni, senza interruzioni e legalmente, non possano più vedersi revocare il permesso di dimora o di domicilio per aver beneficiato dell’aiuto sociale, se il ricorso a quest’ultimo era giustificato. A differenza del Consiglio nazionale, la Commissione ritiene che non vi sia la necessità di intervenire a livello legislativo. Le autorità, infatti, prima di revocare un permesso valutano se il principio di proporzionalità è stato rispettato; questo permette di stabilire che la persona interessata non ha deliberatamente provocato la situazione che l’ha portata alla povertà.

Una minoranza propone invece di dare seguito all’iniziativa. Le incertezze della normativa attuale costituiscono infatti una minaccia incombente per le persone interessate, le quali spesso si trovano in difficoltà finanziarie perché, per non rischiare di perdere il permesso di dimora, preferiscono non richiedere l’aiuto sociale a cui avrebbero diritto.

Maggiore decentralizzazione nell'Amministrazione federale

Con 8 voti contro 1 e 3 astensioni la Commissione propone di accogliere la mozione presentata dall’attuale presidente del Consiglio nazionale Martin Candinas e accolta dal Consiglio nazionale (20.4727), che incarica il Consiglio federale di presentare una strategia volta a una distribuzione più ampia e più proporzionata dei posti di lavoro dell’Amministra­zione federale tra i Cantoni, con l’obiettivo di promuovere l’occupazione nelle zone rurali. La Commissione ritiene che si debbano adottare misure per contrastare la tendenza naturale dell’Amministrazione federale a concentrarsi intorno alla città di Berna. Si dovrebbero come minimo sfruttare le possibilità offerte dagli strumenti attuali, in particolare in materia di digitalizzazione e flessibilizzazione del lavoro, per promuovere l’occupazione dei posti dell’Amministrazione federale da parte di persone che vivono nelle regioni periferiche.

Libero uso di immagini della Confederazione

Con 8 voti contro 4 la Commissione propone di respingere la mozione presentata dal consigliere nazionale Gerhard Andrey e accolta dal Consiglio nazionale (21.4195), che incarica il Consiglio federale di rendere le immagini della Confederazione più facilmente accessibili al pubblico. Pur non essendo fondamentalmente contraria all’obiettivo della mozione, la Commissione la ritiene superflua, in quanto il disegno di legge sull’impiego di mezzi elettronici per l’adempimento dei compiti delle autorità (LMeCA, 22.022), attualmente in fase di appianamento delle divergenze in Parlamento, prevede in ogni caso l’obbligo per le unità amministrative di pubblicare i dati che raccolgono o producono. Inoltre, l’attuazione di questa mozione rappresenterebbe un onere significativo per l’Amministrazione in termini di personale e di costi. In tempi di rigore di bilancio è importante evitare qualsiasi onere aggiuntivo non indispensabile.

Presieduta dal consigliere agli Stati Mathias Zopfi (GL, G), la Commissione si è riunita a Berna il 21 febbraio 2023.