La CAPTE-N intende introdurre una tassa di adeguamento del carbonio alle frontiere sulle importazioni di merci in cemento in base alle emissioni prodotte in fase di produzione. A tal fine, nell’ambito dell’iniziativa parlamentare 21.432, ha elaborato un progetto preliminare per una nuova legge e lo ha adottato con 15 voti contro 7. L’obiettivo del progetto è ridurre il rischio che la produzione di cemento, e le emissioni di CO2 che ne conseguono, siano delocalizzate in Paesi con obiettivi di protezione del clima meno ambiziosi. Una simile delocalizzazione, sia essa sotto forma di trasferimento delle unità di produzione o di sostituzione di attività a seguito della concorrenza delle importazioni, comporterebbe un incremento delle emissioni globali di gas a effetto serra e sarebbe in contrasto con la politica climatica della Svizzera.
La CAPTE-N ritiene necessario un adeguamento del carbonio alle frontiere nel settore del cemento perché nei prossimi anni per i produttori svizzeri i costi delle emissioni di CO2 aumenteranno a causa dell’ulteriore sviluppo del sistema di scambio di quote di emissioni (SSQE) della Svizzera in linea con quello dell’UE. Per attenuare le conseguenze, l’UE ha già introdotto un meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere per vari settori industriali. La CAPTE-N è giunta alla conclusione che il rischio di delocalizzazione della produzione di cemento è particolarmente elevato e ha quindi sviluppato uno strumento collaterale specifico per questo settore, che può essere attuato in modo semplice ed efficiente sotto il profilo dei costi. L’analyse d’impact de la réglementation mostra che il previsto meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere può fornire un contributo significativo alla riduzione delle emissioni globali, soprattutto se parallelamente ad esso saranno implementate procedure di cattura e sequestro del CO2 nei cementifici svizzeri.
Creare condizioni di concorrenza eque in riferimento alla tariffazione del CO2
Con la tassa di adeguamento del carbonio alle frontiere si intende garantire che per tutte le merci in cemento utilizzate in Svizzera si applichi un prezzo del CO2 uniforme, indipendentemente dal fatto che siano state prodotte sul territorio nazionale o importate. Sono escluse dal campo di applicazione le merci originarie dell’UE e dell’Associazione europea di libero scambio (AELS), in quanto esse prevedono direttive equivalenti. Sarebbero quindi interessate le importazioni provenienti da Paesi extraeuropei. Il meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere proposto dalla Commissione è volto a garantire che l’industria del cemento svizzera non subisca svantaggi competitivi rispetto ai produttori esteri a causa della tariffazione nazionale del CO2. L’adeguamento alle frontiere crea quindi condizioni competitive eque e rafforza la sicurezza della pianificazione e la certezza degli investimenti per questo settore.
Una minoranza della Commissione respinge il progetto e mette in guardia dai rischi a livello di politica commerciale, a fronte di vantaggi incerti. Secondo la minoranza, l’adeguamento del carbonio alle frontiere costituirebbe una barriera commerciale e potrebbe pertanto inviare un segnale negativo ai partner commerciali e nuocere alle relazioni di economia esterna della Svizzera.
Documentazione relativa alla consultazione
La Commissione pone in consultazione il progetto preliminare e il relativo rapporto esplicativo fino al 20 febbraio 2026. La documentazione relativa alla consultazione è disponibile sul sito Internet della Commissione (www.parlament.ch/it > Organi > Commissioni > Commissioni tematiche > CAPTE > Rapporti e oggetti posti in consultazione delle CAPTE >
21.432: Documenti per la consultazione) e su quello della Cancelleria federale (www.fedlex.admin.ch > Procedure di consultazione > Procedure di consultazione in corso >
Parl.).